Elezioni, Rubicondi, la caccia è un patrimonio culturale dell’Umbria

Elezioni, Rubicondi, la caccia è un patrimonio culturale dell'Umbria

Elezioni, Rubicondi, la caccia è un patrimonio culturale dell’Umbria

La caccia è molte cose: è passione, è contatto con la natura, è conoscenza delle specie selvatiche e del loro habitat, è rapporto attivo con l’ambiente che non si limita alla mera contemplazione. La caccia è anche e soprattutto equilibrio, rispetto, educazione in senso lato. Ma è anche Prodotto interno lordo, attività economica del paese e della nostra regione.
Ritengo che il cacciatore sia un vero ambientalista e che la sua attività debba svolgersi in assoluta sintonia con il mondo agricolo. La presenza costante sul territorio dei cacciatori, anche durante il periodo chiuso all’attività venatoria, rappresenta un presidio utile alla repressione di fenomeni da combattere quali l’abusivismo edilizio, le discariche abusive, gli incendi. Il cacciatore è portatore di valori sani, che sono alle radici della nostra cultura e della nostra tavola e concorre attivamente all’economia del territorio.
Il ruolo della politica, riguardo a qualsiasi aspetto della società, è quello di analizzare le tematiche, conoscerne i problemi, ascoltare tutti i portatori di interessi e poi sintetizzare la soluzione migliore attraverso produzione legislativa. A proposito dell’attività venatoria, si sente spesso dire che dovrebbe essere “maggiormente regolamentata”, come se da noi la caccia fosse libera e selvaggia. In realtà, la caccia in Italia è la materia soggetta al maggior numero di leggi, norme, regolamenti e decreti, spesso in contraddizione fra loro e comunque differenti da regione a regione. Regole spesso prive di logica e di fondamento scientifico, balzelli buoni solamente a confondere i più anziani o i meno eruditi, inducendoli in errore e, di conseguenza, in contravvenzione.
Come candidato del Partito Comunista alla presidenza della Regione Umbria, nonché come figlio di cacciatore, nutro un profondo rispetto per la caccia nel suo insieme, e mi batto per una semplificazione normativa della materia che, allo stesso tempo, preveda pene più severe per i trasgressori dal punto di vista pecuniario e, per i casi di bracconaggio, penale. Ma soprattutto, chiedo regole certe e inequivocabili che tutelino la categoria dei cacciatori, nell’interesse della biodiversità e della società civile tutta.
La caccia non è solo un’attività sportiva che promuove uno stile di vita sano e che insegna a faticare per conseguire i propri obbiettivi: è condivisione di valori come la solidarietà, la sussidiarietà, la cooperazione, il rispetto dell’altro e dell’ambiente; in una parola, la ruralità, che è parte fondante del nostro Paese e della nostra Regione. Sono, questi, tutti valori fortemente affini al modo di pensare dei comunisti. Ma nonostante questo, il mondo venatorio in Italia, dal dopoguerra ad oggi, complice la miopia di chi in passato ha fatto politica da sinistra, è stato progressivamente consegnato alle destre in maniera pressoché totale.
In conclusione, il Partito Comunista è pronto ad analizzare e discutere la materia caccia in maniera non partigiana, non da tifoso “pro” o “contro” come le categorie in cui ultimamente si vuol dividere a tutti i costi la società, ma con approccio laico e scientifico alla materia. Partendo dal presupposto che l’attività venatoria possiede un bagaglio di valori e conoscenze che tramanda di generazione in generazione, siamo sicuri che uno sviluppo sostenibile del tema “caccia” debba andare a braccetto con il tema “biodiversità”. Ciò non è soltanto utile, ma necessario. Contiamo di rendere tutto ciò reale insieme a chi l’ambiente lo conosce per davvero come, appunto i cacciatori, gli agricoltori e il mondo scientifico.

2 Commenti

  1. Ma quale patrimonio culturale! La caccia è una barbarie nella quale vengono assassinati milioni di animali ed anche centinaia di persone, vergogna!

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