Elezioni regionali, Andrea Fora non piace ai civici, Umbria dei Territori dice no

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Elezioni regionali, Andrea Fora non piace ai civici, Umbria dei Territori dice no

Andrea Fora, se da un lato ha incassato il sì di 17 sindaci di centrosinistra, dall’altra c’è ancora chi dice no. E questo arriva da “Umbria dei Territori”. UdT (così si scrive in sigla) è nata dall’esigenza di unire le esperienze civiche territoriali dell’Umbria, ha raccolto in questi mesi numerose adesioni, interpretando il forte sentimento di cambiamento presente fra i cittadini umbri, in una logica che ridia voce e forza ai territori, alle realtà locali, con un modello che costruisca dal basso e attraverso la partecipazione, idee e contenuti e rappresentanze.

Oltre 20 liste, un bel pezzo di sinistra e buona parte dell’universo ambientalista. A capo di Umbria dei Territori Stefania Proietti sindaco di Assisi e Floriano Pizzichini, già presidente del consiglio di Todi.

«La crisi economica, sociale e politica della nostra regione ci spinge, con senso di responsabilità, ad affrontare l’imminente campagna elettorale per il rinnovo del Governo regionale, nella consapevolezza che vi sia la necessità di costruire un nuovo modello di governo per gli Umbri, uscendo dalle logiche e gli schemi sin qui presenti, ma evitando che il cambiamento si riduca ad un mero avvicendamento di ruoli e poltrone – ha detto Udt ieri mattina nell’incontro a Todi. Udt – hanno spiegato – darà vita nelle prossime ore ad un tavolo unitario dei soggetti civici presenti sul panorama regionale, con l’obiettivo di costruire una nuova allenza democratica con tutti coloro che riconosceranno in questa esperienza e in questo modello, il cuore di un nuovo progetto politico. In quest’ottica, partendo dalla condivisione di un programma condiviso, definiremo nei prossimi giorni il profilo del candidato che più possa interpretare la natura fortemente innovativa di un progetto basato sulla sostenibilità ambientale e sociale, sulla centralità della persona e sull’economia circolare e civile».

Poi c’è il commissario Dem Walter Verini: «Il Pd umbro guarda a questo vostro incontro con grande interesse, nella consapevolezza del ruolo fondamentale che mondi sociali e civici possono svolgere per un reale rinnovamento della vita politica e sociale e delle istituzioni. Noi siamo convinti, da tempo – ha detto Verini -, che dall’incontro tra forze politiche e questi movimenti possa nascere e consolidarsi un progetto e una squadra di donne e uomini per l’Umbria del futuro. Il Pd è pronto a lavorare insieme a voi, a costruire un programma fortemente innovativo, che prenda il meglio del patrimonio di governo di questa regione e, insieme, introduca quei cambiamenti, anche radicali, di cui c’è assoluta urgenza. I “titoli” li conosciamo. Ne cito solo alcuni. Umbria intera come grande progetto di sostenibilità, economia verde. Crescita sostenibile, sostegno alle imprese, all’innovazione e alla ricerca e grande piano straordinario per il lavoro. Lotta alla povertà, alle diseguaglianze. Consolidamento dei risultati raggiunti e impegno contro ogni forma di indebolimento della sanità pubblica, del diritto alla salute, e grande rafforzamento della lotta per abbattere le liste di attesa. Trasparenza, legalità, affermazione dei diritti e non dei favori nella vita quotidiana. Prevenzione e contrasto alla penetrazione di mafie nel territorio regionale Nuova stagione del regionalismo, con forte apertura e progettualità all’Italia di mezzo e forte protagonismo dei territori e delle città. Umbria come terra di pace, cultura, dialogo universale, integrazione, contro i risorgenti pericoli quotidiani di razzismo, odio, divisione, intolleranza. Il Pd – ha concluso il commissario – vuole svolgere il suo ruolo con determinazione, ma con rispetto delle autonomie, senza egemonismi, senza avanzare proprie candidature di partito ma appoggiando quella più in grado di essere competitiva, aperta e di attrarre anche mondi e ambienti magari non vicini alla sinistra e al centrosinistra, così da rendere il progetto davvero competitivo. E così da evitare che le forze della divisione, dell’intolleranza, dei muri, delle strumentalizzazioni delle paure possano avanzare in questa regione, che può e deve invece conoscere – anche con alcune radicali discontinuità- nuove stagioni di crescita economica e sociale, culturale e civile».

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