Elezioni politiche, l’analisi di Michele Guaitini: “Non è finita fino a quando non è finita”
di Michele Guatini
Se pensavate che la questione dell’attribuzione dei seggi fosse finita con il Viminale che aveva corretto il suo e(o)rrore, vi sbagliate di grosso. In Umbria ancora speranze per Squarta, Leonelli e (poche) per la Alessandrini. Non possono dormire sonni tranquilli la Polidori e la Pavanelli. Apparentemente nessuna chance per Spinelli per il quale dovrebbero combinarsi più combinazioni tra quelle illustrate.
Per quanto riguarda gli umbri candidati fuori regione, rischia Marchetti della Lega (nelle Marche) e può sperare Elisabetta Piccolotti di AVS (in Puglia).
Ora tocca all’ufficio elettorale centrale presso la Cassazione che procederà con l’assegnazione ufficiale.
Ripeto ancora un concetto importante: i dati di eligendo sono frutti dei numeri dettati al telefono dai presidenti di seggio durante la notte dello spoglio al proprio comune dove qualcuno li metteva dentro il sistema. Una modalità che si presta a possibili errori, rovescini, inversioni di voti, errori nella trascrizione, ecc.
La Cassazione invece lavora (tramite i dati inviati dalle Corti di Appello regionali) sui verbali cartacei redatti ai seggi che dovrebbero prestarsi a minori possibilità di errore.
E i numeri potrebbero essere diversi. Ma quanto?
Possiamo prendere a riferimento il precedente del 2018. Confrontando i numeri di eligendo con quelli dei verbali, non ce n’è uno uguale. In tutte le circoscrizioni, tutti i partiti hanno un numero di voti diverso da quelli inizialmente comunicati sul portale. Spesso si tratta di differenze minime, poche unità, qualche decina. Spesso si parla di qualche centinaio di voti, parecchie volte stiamo intorno ai 1.000 voti di differenza fino ai casi più eclatanti: un paio di scostamenti di 2.500 voti, un paio di 3.000-3.500 fino agli oltre 5.000 voti di differenza registrati in Calabria. In un caso un errore di 1.000 voti ha riguardato l’UDC che era un partito con l’1,3%.
Bisogna anche dire che gli errori più importanti sono avvenuti all’interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, mentre errori minimi si sono verificati con le liste singole (allora c’erano M5S, Leu, PaP e altre minori). Probabilmente questo è dovuto al meccanismo della legge elettorale per il quale il voto dato al solo candidato dell’uninominale deve essere ripartito tra le liste che fanno parte della coalizione in proporzione ai loro voti ottenuti in quel collegio. Facile che ci sia stato lì qualche inghippo dovuto a errate comunicazione o computazione dei dati.
Vero è che nel 2018 era la prima volta che si applicava il Rosatellum e forse stavolta ci sono stati più attenti. Altri errori frequenti sono stati scambi di voti tra FDI e FI, forse per la sigla e il nome simili che hanno tratto in inganno in più di una occasione durante la dettatura dei voti.
Ci sono anche alcuni collegi uninominali decisi per un pugno di voti (quello di Ravenna appena 49). Non sono oggetto della mia analisi perché su quelli ogni ufficio regionale fa le sue proclamazioni e non ho modo di avere riscontri su eventuali scostamenti tra i numeri di eligendo e quelli dei verbali. Tendenzialmente dovrebbero essere soggetti a meno errori e comunque non alterano in nessun modo la distribuzione dei seggi sul proporzionale, eventualmente solo alcuni slittamenti nel nome degli eletti qualora un vincitore dell’uninominale non sia più tale (e quindi potrebbe rientrare nel proporzionale scalzando quello a cui aveva lasciato il posto) o viceversa.
E ricapitoliamo come si è comportato il flipper nell’assegnazione provvisoria fatta dal Viminale.
Al termine del riparto nelle varie circoscrizioni è emerso prima che il M5S doveva restituire 3 seggi al centrodestra e lo ha fatto in Lombardia 1 (a favore di FDI), in Lombardia 2 (a favore della Lega, Bossi) e in Lombardia 3 (a favore della Lega).
Poi all’interno del centrodestra FDI doveva restituire un seggio a FI ed è accaduto in Umbria.
Infine il PD doveva restituire 4 seggi a AVS ed è avvenuto in Veneto 2, Sardegna, Campania 2 e Lombardia 2. Quest’ultimo non muterà in nessuna delle casistiche di seguito analizzate.
Andiamo quindi ora a vedere cosa potremmo aspettarci dal lavoro della Cassazione, ossia cosa potrebbe succedere nel riparto dei seggi se dovessero verificarsi differenze tra i numeri di eligendo e i numeri nei verbali. Anche qualche nome vip in ballo.
Verosimilmente la sorpresa potrebbe scattare in 8 situazioni, alcune molto difficili da verificarsi, altre tutt’altro che impossibili. E quasi tutte provocano effetti sull’Umbria.
1) TOSCANA
Qui l’ultimo seggio assegnato con i resti è andato al centrosinistra (PD) ma con il terzo polo vicinissimo, solo 799 voti di differenza.
Nel caso in cui dai conti della Cassazione dovesse avvenire il sorpasso di Azione sul centrosinistra il seggio sarebbe perso da Simiani del PD e preso da Lucia Annibali del TP.
Ma poi si innesca un triplo flipper da paura!
Perché il M5S deve sempre restituire 3 seggi e lo fa sempre nelle 3 circoscrizioni lombarde, ma stavolta in Lombardia 1 non lo restituisce al centrodestra ma al centrosinistra (perderebbe quindi un seggio la Di Maggio di FDI a vantaggio della Carnevali del PD). Questo fatto comporta che FDI non deve più restituire il proprio seggio in Umbria a FI per cui Squarta di FDI entrerebbe in Parlamento e non più la Polidori.
Il seggio conquistato da Lucia Annibali, fa poi sì che il TP abbia un seggio di troppo che deve restituire al centrodestra e questo avviene in abruzzo dove perde il seggio Sottanelli e lo conquista D’Eramo per la Lega….
… ma ora la Lega ha un seggio di troppo! E deve restituirlo a FI. Questo accade nelle marche dove entra la campionessa Valentina Vezzali per FI ai danni di Riccardo Marchetti della Lega, umbro di Umbertide.
2) LAZIO 2
Anche qui l’ultimo seggio assegnato con i resti è andato al PD ma il terzo polo è vicinissimo, solo 606 voti di differenza. Nel caso il terzo polo riuscisse a ottenere questo seggio entrerebbe Valentina Grippo (già eletta in Veneto dove lascerebbe il posto a Marco Garbin) e uscirebbe Marianna Madia che però prenderebbe a quel punto il posto in Lazio 1 ai danni di Andrea Casu del PD.
A questo punto riparte il triplo flipper già visto come nel caso n. 1 della Toscana qui sopra con Squarta dentro e Polidori e Marchetti fuori.
3) CALABRIA
L’ultimo seggio con i resti è stato preso dal centrodestra con il centrosinistra non troppo lontano, 1795 voti di differenza.
Nel caso il centrosinistra riuscisse con il riconteggio a prendere il seggio avremmo una infinita serie di effetti a cascata.
Enza Bruno Bossio del PD conquista il seggio in Calabria dove lo perde Elisa Scutellà del M5S.
In Lombardia 2 perde il seggio Bossi per la Lega e lo prende Alessandra Todde per il M5S.
In Piemonte 1 perde il seggio per il PD Maria Cecilia Guerra e lo conquista FDI con Immacolata Zurzolo.
Infine in Basilicata perde il seggio FDI con Aldo Mattia e lo conquista FI con Michele Casino.
4) CALABRIA (bis)
Un seggio conteso tra Lega e Forza Italia per 2.736 voti. Se FI riesce a ottenerlo perde il seggio Simona Loizzo e lo conquista Fulvia Caligiuri.
Questo però comporta un effeto anche in Umbria dove il seggio perso da FDI non va più alla Polidori di FI ma a Valeria Alessandrini della Lega.
5) SICILIA 1
L’ultimo seggio con i resti è stato preso dal terzo polo cui lo contende il centrodestra. Differenza di 3.051 voti.
Qualora lo prenda il centrodestra perde il seggio Faraone del TP e lo ottiene per la Lega Annalisa Tardino (che essendo europarlamentare lascerà il suo posto di Bruxelles al primo non eletto del sud alle europee 2019).
Il terzo polo recupererebbe il proprio seggio in Umbria con Giacomo Leonelli e lo perderebbe Emma Pavanelli del M5S.
Infine in Lombardia 2, Bossi perde il suo seggio a favore di Alessandra Todde del M5S.
6) LOMBARDIA 4
Seggio conteso con 3.733 voti di differenza tra terzo polo e M5S. Qualora la spunti il M5S con la Barzotti, perderebbe il seggio Mauro Del Barba del TP che però rientrerebbe in Lombardia 2 ai danni della Gadda.
Effetti anche in Umbria dove Emma Pavanelli del M5S cederebbe il suo seggio a Giacomo Leonelli del TP.
7) CAMPANIA 1
Forza Italia potrebbe strappare un seggio al PD. Ci sono 5.294 voti di differenza ma arrivano rumors di consistenti differenze con i dati presenti nei verbali per cui la prendiamo in considerazione.
Enterebbe Guido Milanese e potrebbe uscire per il PD addirittura il ministro della salute Roberto Speranza.
In Lombardia 1 prenderebbe un seggio la Carnevali per il PD ai danni della Di Maggio di FDI e per effetto connesso Squarta di FDI rientrerebbe in Umbria dove uscirebbe la Polidori di FI.
8) ABRUZZO
Si contendono l’ultimo seggio il terzo polo e il centrosinistra per 3.660 (sono parecchi per una regione piccola, quindi ipotesi molto improbabile). Qualora il centrosinistra riuscisse a strapparlo entrerebbe Stefania Di Padova del PD ai danni di Giulio Sottanelli del TP.
Il terzo polo recupererebbe il proprio seggio in Umbria con Giacomo Leonelli e lo perderebbe Emma Pavanelli del M5S.
In Piemonte 1 perde il seggio per il PD Maria Cecilia Guerra e lo conquista FDI con Immacolata Zurzolo.
in Basilicata perde il seggio FDI con Aldo Mattia e lo conquista FI con Michele Casino.
Infine in Lombardia 2, Bossi perde il suo seggio a favore di Alessandra Todde del M5S.
E’ finita qui? Assolutamente no. A parte queste casistiche potrebbero succedere altri ribaltoni in caso di errori enormi in fase di trasmissione dei dati. Poi delle 8 casistiche viste sopra potrebbero accaderne anche 2 o 3 fino a tutte e 8 insieme causando effetti inimmaginabili! Inoltre ci sono differenze minime nei resti interessati dal flipper, per cui rispetto alle previsioni sopra riportate potrebbero ancora cambiare le carte in tavola.
Ultima notazione per la candidata umbra Elisabetta Piccolotti che si sta giocando l’elezione in Puglia sul filo della singola scheda.
Lì il discorso riguarda il riparto dei seggi all’interno della stessa circoscrizione ma in collegi plurinominali differenti. Lei è candidata nel collegio P02 (Bari) e P04 (Lecce) e si trova in seconda posizione dietro Soumahoro in P02 e dietro Bonelli in P04. Se il seggio per AVS scatta in P04, entrerebbe in Parlamento poiché Bonelli ha vinto il collegio uninominale di Imola. Se invece scatta in P02 enterebbe Soumahoro che ha perso il suo collegio uninominale.
Al momento la Piccolotti è fuori per 15 miseri voti per cui il riconteggio può ribaltare tranquillamente la situazione. Inoltre ha un altro possibile fronte di azione con l’ultimo seggio ottenuto da AVS al momento in Lombardia 2 di un soffio su Veneto 1. Qualora il seggio scatti in Veneto 1 sarebbe eletto lì Soumahoro, lasciando quindi il posto alla Piccolotti in Puglia, collegio P02 di Bari.
Sicuramente non c’avrete capito molto, ma avrete sicuramente capito che ancora i giochi non sono affatto chiusi e che uno spostamento di voti in una regione può provocare effetti in parecchie altre.
Una cosa è chiara e cioè che l’articolo è di notevole importanza, direi ben più importante dell’analisi politica del voto. Già, ma come detto da Michele Guaitini (l’anti nodo e nodino), l’analisi non si può fare fino a quando la Cassazione non avrà terminato i controlli. E quindi? Quindi attenderemo con grande ansia quel momento per sapere finalmente se Tizio è stato eletto, oppure Caio non è stato eletto, oppure Sempronio non ce l’ha fatta per un voto. Ma vi pare cosa di poco conto per gli italiani? Altro che le bollette energetiche (che mettono in crisi aziende e molte famiglie) o la mancanza del gas (che potrebbe farci stare al freddo il prossimo inverno) o la guerra in Ucraina con tutte le nefaste conseguenze!! Queste sono tutte pinzillacchere, sciocchezzuole a confronto di un eletto in più o in meno.
Devo però ammettere che l’articolo, sebbene un pò noioso, è preciso, dettagliato e scritto con molta attenzione anche nei particolari, lo definirei di tipo didattico.