Consiglieri del Pd criticano la Gestione Regionale della Disabilità

Consiglieri del Pd criticano la gestione regionale della disabilità

Consiglieri del Pd criticano la gestione regionale della disabilità

Consiglieri del Pd criticano la gestione regionale della disabilità

I consiglieri regionali del Partito Democratico dell’Umbria, tra cui Simona Meloni, Tommaso Bori, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli, hanno espresso preoccupazione per la gestione attuale della questione della disabilità nella regione. In una nota congiunta, hanno criticato le decisioni prese dalla Regione riguardo alla classificazione dei livelli di disabilità e la standardizzazione delle prestazioni, sottolineando come ciò stia compromettendo la personalizzazione e l’efficacia dei servizi offerti alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

I consiglieri del Pd hanno sollevato dubbi sullo scopo e l’efficacia del sistema di classificazione dei livelli di disabilità proposto, evidenziando come questa mossa potrebbe portare a una standardizzazione e quindi a una riduzione della qualità delle prestazioni offerte. Hanno sottolineato la necessità di garantire fin da subito prestazioni e interventi strutturali, soprattutto di tipo sanitario e sociale, che siano in linea con i progetti personalizzati per le persone con disabilità.

In particolare, i consiglieri hanno espresso preoccupazione per la tendenza generale del governo regionale, che sembra puntare a trasferire la gestione delle persone non autosufficienti dal settore sanitario a quello dell’assistenza sociale. Questo spostamento potrebbe comportare una minore intensità di protezione per coloro che sono considerati malati non autosufficienti, vanificando così gli sforzi fatti fino ad ora per garantire un supporto adeguato a queste persone.

La riforma proposta sembra allontanare ulteriormente l’Umbria dal percorso graduale verso l’autonomia che era stato pianificato in precedenza. I consiglieri hanno sottolineato come la regione stia affrontando gravi difficoltà finanziarie, che hanno portato a tagli significativi nei servizi sanitari e sociali offerti. Inoltre, hanno evidenziato la preoccupante possibilità di una futura frattura tra le regioni “privilegiate” e quelle in difficoltà a causa dell’implementazione della riforma Calderoli.

I consiglieri hanno infine criticato la decisione di trasferire la responsabilità dei livelli essenziali delle prestazioni sociali dai distretti sanitari ai comuni, sottolineando il rischio di una grave riduzione dei servizi offerti ai cittadini, come l’assistenza domiciliare. Hanno sottolineato l’urgente necessità di garantire risorse adeguate per sostenere le persone disabili e non autosufficienti e le loro famiglie, evitando che i fondi vengano dissipati a causa della burocrazia e dei ritardi nell’attuazione delle misure necessarie.

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