In attesa della fantomatica Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro(Anpal), che dovrebbe centralizzare secondo i dettami del Jobs Act i servizi per l’occupazione, i Centri per l’impiego sono nel caos. Più di quanto lo siano mai stati. Con la ‘legge Delrio’ che ha abolito le province, a cui i Centri per l’impiego facevano capo, i vecchi uffici di collocamento dovrebbero passare temporaneamente sotto il cappello delle regioni per poi confluire all’interno del coordinamento dell’Anpal. Una doppia transizione che sta generando non pochi disservizi nell’assistenza agli utenti in cerca di occupazione.
A settembre 2015, Governo e regioni si erano impegnati a garantire la continuità dei Centri, fornendo le risorse per i costi del personale a tempo indeterminato: per due terzi a carico del Governo, e un terzo a carico delle amministrazioni locali. E ognuna ha gestito il passaggio di consegne a suo modo. In Umbria, il transito dei Centri per l’impiego dalle province alla regione ha portato al malfunzionamento di diversi servizi, tra cui quello relativo a ‘Garanzia Giovani’, che avrebbe l’obiettivo di fornire ai ragazzi dai 15 ai 29 anni, disoccupati o Neet, un’offerta occupazionale qualitativamente valida, oppure il proseguimento agli studi o altra misura di formazione.
E’ assodato che i Centri per l’impiego italiani non abbiano mai spiccato per efficienza, ma che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sia in seria difficoltà sulla questione, non è sfuggito alla capogruppo in Commissione lavoro, Tiziana Ciprini, che ha depositato un’interrogazione a riguardo. “Il flop dell’iniziativa, ha assunto caratteri drammatici in Umbria, soprattutto nella provincia di Terni, dove si registra una disoccupazione giovanile da record: oltre il 53 per cento è in cerca di un lavoro. Il tasso, è molto al di sopra del dato regionale (38,7 per cento) e di quello nazionale (40,3 per cento) – commenta Ciprini.
Ci sono, inoltre, ben 11mila persone alla ricerca di occupazione, di cui 5 mila uomini e 6mila donne, dato questo ultimo quasi triplicato rispetto al 2011. Il ritardo dell’adozione di idonee politiche del lavoro e la mancanza di efficienti servizi per l’impiego colpisce i giovani che subiscono maggiormente la crisi, soprattutto in un territorio come quello ternano interessato anche dalla recente riorganizzazione della Acciaieria Speciale Terni (AST) con effetto su tutto l’indotto – chiosa Ciprini. Vogliamo sapere quali misure urgenti intenda attuare il Governo per superare questa grave situazione occupazionale giovanile, anche favorendo accordi istituzionali, tavoli tecnici e protocolli di intesa con tutti i soggetti istituzionalmente deputati alla promozione e alla realizzazione dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro nel territorio di Terni, che sta scontando il prezzo più alto della crisi e dell’insufficienza di risorse e investimenti” – conclude Ciprini.
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