Centrosinistra Perugia, troppa dispersione acqua, rete idrica colabrodo

Centrosinistra Perugia, troppa dispersione acqua, rete idrica colabrodo
Sarah Bistocchi - Capogruppo Pd Perugia

Centrosinistra Perugia, troppa dispersione acqua, rete idrica colabrodo

«L’Acqua è un bene comune dell’umanità, oggetto nel 2011 di un referendum, quando 27 milioni di italiani andarono a votare esprimendosi a favore di una gestione pubblica e senza profitti del servizio idrico». E’ il presupposto ideologico che anima l’ordine del giorno presentato, questa mattina a Palazzo dei Piori, dai Consiglieri di minoranza del gruppi del Pd, Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubilei. A Sinistra chiedono si ponga un “freno alla sua privatizzazione” (acqua ndr).

«Dal 2003 in 38 Comuni della Provincia di Perugia – scrivono in una nota – il servizio idrico integrato è gestito da Umbra Acque spa, le cui azioni per il 33% è nelle mani del Comune di Perugia. E tuttavia, anziché avere un aumento di efficienza nel servizio, la dispersione di acqua in Umbria continua ad essere elevatissima a causa dello stato di usura della rete idrica, con un tasso di perdite che si aggira intorno al 50%, e secondo i dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanza, l’Umbria è la seconda regione italiana più cara per le bollette dell’acqua, con una media di euro 563 a famiglia».

«Non solo – continuano i gruppi di opposizione – Umbra Acque ha dato via ad una nuova ondata di distacchi dell’acqua per utenti morosi anche in assenza di mancata consegna di avviso, o a causa di disguidi bancari, e senza fermarsi davanti a casi di palese indigenza. Preoccupa enormemente dunque l’ipotesi di riassetto delle quote societarie di Umbra Acque, per cui i Comuni potrebbero vendere le loro azioni al socio privato che otterrebbe così la maggioranza assoluta, sottraendosi peraltro agli strumenti di trasparenza e di controllo in un regime di monopolio di fatto».

«L’Acqua – chiosano i consiglieri – è un bene comune dell’umanità, appartenente a tutti gli esseri viventi perché indispensabile alla vita, e il suo accesso un diritto umano fondamentale, e non può dunque esser posto a privatizzazione».

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