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Associazioni politiche umbre, aspra critica alla sanità e gestione covid
Con rammarico e sconforto, anche in Umbria dobbiamo costatare la validità del principio che “il peggio viene sempre dopo”. A rigore, e sulla base dei dati che emergono dalla gestione della pandemia in Umbria, dobbiamo riscontrare con amarezza anche il celebre adagio di Woody Allen “quando tocchi il fondo …scava” ovvero “non c’è fondo al peggio”.A fronte delle posizioni di Umbria e Calabria spiccano invece i dati dei primi della classe. Infatti Bolzano e Valle D’Aosta, hanno somministrato rispettivamente il 91% e l’89% dei vaccini consegnati e hanno vaccinato, sempre rispettivamente, 11033 e 10228 persone ogni 100.000 abitanti.
- Con il ritmo di vaccinazioni attuale (247 giorno), in Umbria occorreranno 3036 giorni (8 anni e mezzo circa) per ottenere l’immunità di gregge (750.000 vaccinati).
Naturalmente quelli che precedono sono dati grezzi e medi che abbisognerebbero dei necessari affinamenti con l’utilizzo di elementi più sofisticati e analitici di cui non disponiamo anche perché non reperibili e non messi adisposizione dall’autorità regionale competente.
La sensazione generale che ne emerge trattando tali argomenti è che la sanità umbra, vuoi per motivi pregressi – che comunque le riservavano una posizione di eccellenza non solo in Italia – vuoi soprattutto per le incompetenze e dabbenaggine dimostrate recentemente con l’avvento della pandemia, versi nel caos più completo e che sia sfuggita di mano la situazione gravissima.
Da qui il pressante appello alla macchina regionale Umbra affinché acquisisca un comportamento oltremodo trasparente. Destano sconcerto le scelte organizzative e le nomine operate dalla Giunta regionale. Si è assistito ad una sorta di “epurazione etnica”, dove il primo requisito richiesto per essere nominati in incarichi apicali nella sanità umbra è quello di NON essere umbri e, preferibilmente, veneti. Il Direttore regionale della Sanità (ovviamente veneto), nominato per quasi 5 anni, “scopre” dopo appena un anno di dover andare in pensione e lascia quindi la nave nel bel mezzo della tempesta. Non prima, però, di aver realizzato un riassetto della Direzione dove vengono creati nuovi Servizi dai nomi “fantasiosi”, ma viene soppresso il Servizio Assistenza territoriale, quando in tutta Europa la pandemia ha portato a rivalutare la fondamentale importanza dell’assistenza sanitaria sul territorio.
Territorio, del resto, perlopiù sconosciuto per i nuovi nominati ai vertici del sistema sanitario umbro, data la loro provenienza rigidamente da fuori regione. Invece di procedere a reclutamenti di “forze fresche” e alla valorizzazione delle risorse umane interne presenti, si procede acquisendo figure professionali da altri Enti, in un gioco a somma zero dove si “tappano” i buchi in Regione creandone altrove. Del resto l’incapacità – o, forse, la non volontà – di reclutare nuovo personale è dimostrata dai numeri esigui di assunzioni, con bandi emanati tardi e con condizioni contrattuali di gran lunga peggiori di quelle offerte da Regioni contermini.
In buona sostanza ci aspettiamodagli organi regionali una comunicazione più efficiente alla popolazione tutta e un’analisi particolareggiata dell’operato della macchina sanitaria umbra e, più precisamente, per ogni singolo punto vaccinale e giornalmente: dosi di vaccino consegnate per marca, vaccinazioni eseguite (1° e 2° dose) per categoria di persone (sanitari, scuola, categorie protette, sup 80 anni, inf 80 anni ecc.), posti letto covid (disponibili e impegnati per luogo), personale covid, posti terapia intensiva (disponibili e impegnati per luogo), piano generale afferente i punti precedenti secondo i trend individuati a livello nazionale e locale.
Concludendo ci aspettiamo anche che tutte le donne e gli uomini di buona volontà (singoli o associati, intellettuali, ecc), escano allo scoperto e si facciano sentire utilizzando ogni mezzo di protesta. Non si può rimanere indifferenti! Sollecitiamo l’opposizione, tutta, ad assumere un atteggiamento più risoluto ed incisivo sul tema della sanità.
Le Associazioni
Movimento delle Idee e del Fareper l’Umbria,
Umbria Progresso Ambiente,
Socialismo XXI Umbria.
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