Assemblea legislativa approva disegno di legge su politiche di genere PERUGIA – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 14 voti a favore (Pd, Socialisti e Fratelli d’Italia) e 7 astenuti (Forza Italia, Ricci presidente, Lega Nord e Movimento 5 stelle) il disegno di legge della Giunta regionale “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne”. Per la maggioranza si tratta di una legge che “vuol far fare culturalmente e con azioni di governo passi avanti verso la rimozione di ostacoli che impediscono una piena parità fra donne e uomini, oltre che sostenere i centri antiviolenza”. Per la gran parte dell’opposizione (di diverso avviso solo il capogruppo di Fratelli d’Italia, Marco Squarta), una “legge manifesto, che non incide sui reali problemi delle donne e non è stata sufficientemente condivisa dall’universo femminile quanto piuttosto dalle associazioni femministe”.
Si tratta di una “legge-quadro” che va ad intersecarsi con le leggi di settore e le politiche di servizio che la Regione mette in campo in diversi ambiti, dalla salute al lavoro. In più, questo disegno di legge contiene delle parti riguardanti il contrasto alla violenza sulle donne, come la Rete dei servizi antiviolenza, di cui fanno parte i Comuni, le aziende ospedaliere, le Ausl, il Cpo (Centro pari opportunità) e i Centri antiviolenza.
Nello specifico l’atto è sostenuto da una norma finanziaria che prevede, già per il 2016, 200mila euro: 100mila per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere; 50mila per la promozione della cultura della differenza nelle scuole e la formazione del personale, 40mila per le azioni della Regione riguardo la diffusione delle buone pratiche per nuovi stili di vita, la promozione di esperienze di vita solidali e sostenibili, 10mila per interventi di comunicazione e informazione”.
Durante la discussione sono stati aggiunti e votati alcuni emendamenti e un ordine del giorno: Eros Brega (Pd) ha ottenuto, con un ordine del giorno votato all’unanimità, che “sia vietata la pratica della maternità surrogata, con cui il corpo della donna e le sue funzioni riproduttive sono usate come bene di lusso, il corpo umano usato per guadagno finanziario o di altro tipo, in particolare nel caso di donne vulnerabili di Paesi in via di sviluppo”.
La consigliera Carla Casciari (Pd) ha invece ottenuto con il suo emendamento, focalizzato su lavoro e welfare, l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulle politiche di welfare aziendale e di una Giornata annuale del welfare aziendale. Altri emendamenti, di natura tecnica, sono stati aggiunti da Attilio Solinas (Pd) e da Catiuscia Marini, quello della presidente per aggiungere altre risorse in aggiunta alla posta di 200mila euro prevista.
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