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da Filippo Gallinella (deputato M5S e membro in commissione Agricoltura)
Oggi, un numero sempre più elevato di consumatori ritiene indispensabile l’indicazione nell’etichetta degli alimenti del luogo di origine e della materia prima utilizzata.
Se “origine” non è sinonimo di qualità, è altrettanto vero che solo una corretta informazione recata in etichetta permette al consumatore di fare una scelta consapevole ispirata a chiarezza e tracciabilità.
È necessario garantire una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, anche al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari.
Rivedere il regolamento 1169/2011 tenendo conto di tali principi, è un nostro obiettivo perché, agire solo sulle norme nazionali quando esiste un mercato unico, rischia di aumentare la burocrazia per le nostre imprese.
Questo l’obiettivo normativo, però, se noi consumatori non leggiamo le etichette e non sappiamo cosa sia una corretta alimentazione, non andremo da nessuna parte.
Personalmente, non comprerei mai un prodotto biologico che viene dal Brasile, e non perché lì non sappiano farlo, ma a causa del lunghissimo viaggio fatto in una nave. Perché non mangiamo le cose di stagione? Come mai compriamo un prodotto solo perché c’è scritto “senza olio di palma”? Voglio sapere cosa c’è dentro, non cosa non c’è. Ci stiamo facendo ingannare dalla pubblicità e perciò ci dobbiamo svegliare!
Non vogliamo che venga importata la carne da fuori ma poi, allo stesso modo, in Italia è difficilissimo aprire un nuovo allevamento.
Se vogliamo salvare l’agricoltura anche i cittadini, che sono consumatori devono aprire gli occhi perché, altrimenti, non andiamo da nessuna parte e, ricordatevi: oggi è la domanda che fa l’offerta, non viceversa.
Spero di aver provocatoriamente suscitato il vostro interesse e, come sempre, aspetto i commenti. Arrivederci al prossimo e ultimo appuntamento con Agrigiovedì.
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