Aeroporto, Squarta, Regione e Sviluppumbria si svegliano solo ora
“Per l’aeroporto San Francesco d’Assisi necessitavano decisioni e strategie forti al momento giusto. Invece la Regione, quindi Sviluppumbria, e la Sase si svegliano soltanto ora. Speriamo non sia troppo tardi e si riesca a far fronte alla drammatica situazione che sta attraversando lo scalo umbro dopo il taglio di importanti tratte da parte di Ryanair e dopo quello effettuato da Alitalia con Roma, un collegamento strategico sia per chi è diretto verso la capitale che verso voli internazionali”.
Così il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta punta il dito, in particolar modo, verso l’Esecutivo di Palazzo Donini che, “soltanto a distanza di diverse settimane dalle dimissioni del presidente della Sase, Mario Fagotti, si sveglia ed esce dal letargo”.
Nel rimarcare come sia “ormai difficile trovare un’adeguata soluzione”, Squarta chiede che venga “immediatamente nominato il nuovo presidente di Sase attraverso una selezione che tenga conto di comprovate esperienze specifiche nel settore da parte dei soggetti candidati. E subito dopo – aggiunge – venga predisposto un bando per l’apertura al socio privato al quale permettere di detenere la maggioranza delle quote”.
Per Squarta, tutto ciò dovrà avvenire “con la massima urgenza. Peccato – spiega -, che la Regione abbia deciso di agire con un ritardo assolutamente inaccettabile, quando per anni, come certificato anche nel corso di una recente audizione in Seconda Commissione, da me richiesta, i direttori di Sase e Sviluppumbria, hanno evidenziato che negli ultimi anni la Regione ha destinato, e continua a farlo, 800mila euro, con perdite annuali della Società che gestisce lo scalo praticamente di pari importo.
Quindi la Regione dispone risorse per una Società che negli ultimi anni ha prodotto perdite pari a circa un milione di euro. Anche e soprattutto da questo emerge un ruolo della Regione troppo marginale. E solo oggi, con una situazione arrivata ormai al collasso, finalmente si prende atto dell’importanza di aprire realmente e concretamente a soggetti privati. L’auspicio è che non sia davvero troppo tardi”.
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