Achtung Lega, Fabrizio Gareggia al vetriolo, non risparmia nessuno
«Il dibattito politico umbro in questi giorni è monopolizzato dalla sofferta genesi di progetti politici che hanno l’unico obiettivo di opporsi al “pericolo Lega”». Lo dice Fabrizio Gareggia, sindaco di area leghista della città di Cannara. E parte subio il suo j’accuse: «Così, sotto lo sguardo benevolo – e non certo disinteressato – di imprenditori illuminati, di settori della Chiesa, di sindacati e di numerosi politici in lotta per la poltrona, nascono come funghi liste civiche in cui c’è di tutto meno che la società civile».
Per il Pd nessuna pietà
Gareggia spiega che i Democratici umbri, nel “momento di massima debolezza, hanno ben compreso che questi progetti sono necessari per dissimulare ciò che in gergo informatico si chiama “backdoor”, cioè una porta di accesso segreta per Palazzo Cesaroni, visto che quella principale, cioè il voto popolare, per molti poltronari sarebbe inaccessibile”.
Cantiere civico per Andrea Fora, dice Verini e Bocci?
Verini, ad esempio, vuole mantenere una base elettorale sufficientemente ampia e spinge per il “cantiere civico” di Fora, da poco ex presidente della potente associazione che riunisce le cooperative “bianche”: il commissario del PD umbro, in altre parole, si rivolge al mondo cattolico e moderato o, per dirla ancora più in breve, punta all’elettorato di Gianpiero Bocci, ma senza la seccatura dei “bocciani”.
Dall’altra parte l’asse tra socialisti ed “ex democristiani”, che dopo “sanitopoli” ha perso il controllo del Partito Democratico, prende forma ne “l’Umbria dei Territori”: Floriano Pizzichini (lo sherpa di Massimo Monni) e il Sindaco di Assisi, Stefania Proietti, sono la rappresentazione plastica di questo progetto che si completa con i sindaci di Città di Castello, Gubbio e Gualdo Tadino (Bacchetta, Stirati e Presciutti) e con Ulderico Sbarra (Segretario Regionale CISL).
E ne ha anche per Donatella Porzi, che dell’Udt è la madrina
La madrina di Umbria dei Territori è, ovviamente, Donatella Porzi che in questi anni ha lavorato intensamente per prepararsi all’appuntamento elettorale con le regionali e che ora rischia seriamente di non trovare spazio nelle liste del PD “ufficiale”.
Esplosione degli equilibri interni al Partito Democratico
Questa situazione magmatica non è altro che l’esplosione degli equilibri interni al Partito Democratico: la lotta tra correnti con il partito commissariato non si può più fare a suon di tessere e congressi accomodati. Per questo i diversi gruppi si fronteggiano mostrando le truppe l’un l’altro nella speranza di scongiurare l’appuntamento sul campo di battaglia.
Alla base di questi movimenti civici, quindi, non c’è nient’altro che il tentativo della vecchia politica di non essere spazzata via il prossimo 27 ottobre, quando le elezioni regionali anticipate decreteranno inesorabilmente la liberazione dell’Umbria con la fine di un sistema clientelare e burocratico che l’ha governata fino ad oggi: tutti sanno che andrà così (anche Ricci) e stanno studiando il modo migliore per conquistare i pochi seggi dell’opposizione in Consiglio Regionale.
Per nascondere questo obiettivo, troppo prosaico per chi ha un elevatissimo concetto di sé (come i democrats), si sbandiera lo spauracchio della Lega che in questi mesi ha conquistato la fiducia dei cittadini con una proposta politica chiara e attenta alle esigenze del mondo reale. Si possono criticare le proposte politiche di un partito, ma l’attacco aprioristico alla Lega con questi toni sembra ben poco “democratico”, visto che non si è ancora parlato di ricette per l’Umbria.
L’Umbria è una regione con potenzialità straordinarie, è un dato di fatto talmente ovvio che sembra perfino scontato. Al tempo stesso – lo scriveva già nel 2009 il Prof. Alessandro Campi – il declino dell’Umbria non necessariamente deve essere il suo destino: per cambiare bisogna saper immaginare il proprio futuro.
In una regione come la nostra, tuttavia, anche la fantasia e l’immaginazione sono state mortificate da una serie ininterrotta di elezioni con lo stesso risultato. Per questo dobbiamo stimolare la fantasia degli umbri, fargli vedere la loro regione con occhi diversi, dimostrare loro che le cose potranno andare meglio.
“Come si fa a scegliere di cambiare ora che il pericolo è la Lega?” – Bene, immaginate che la nostra regione potrà essere amministrata come il Veneto e non come la Calabria. Non vi sentite già meglio?
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