Approvata variante prg introduzione comparto SPR (20 b) a Centova
Il Consiglio comunale, in apertura seduta del 7 febbraio, ha approvato con 22 voti a favore (maggioranza) e 10 contrari (opposizione) la variante al prg per l’introduzione del comparto spr (20 b) in località Centova riguardante l’approvazione delle opere compensative esterne al comparto e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.
Nell’area Pcu (parco campagna urbana) ubicata a Centova – hanno spiegato la presidente della III commissione Cristiana Casaioli e l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia – il prg prevede la possibilità di realizzare un parcheggio pubblico a raso. In caso di attuazione privata, l’intervento deve farsi carico della contestuale realizzazione di un ponticello in legno ciclabile di collegamento al percorso ciclopedonale e della realizzazione di un tratto di detto percorso compreso tra la rotatoria sita all’uscita dello svincolo di Madonna Alta e la stazione ferroviaria Capitini.
Con istanza presentata nel 2015 gli attuatori privati hanno chiesto di poter attuare il comparto e di integrare funzionalmente lo stesso con un esercizio di ristorazione per una SUC complessiva di 400 mq (con altezza massima di 4,50 metri), di cui 175 derivanti da un residuo volumetrico trasferito dal limitrofo comparto “Spr20” e 225 derivanti dalla adesione volontaria ai principi compensativi e premiali previsti dalla legislazione regionale e recepiti dal Consiglio comunale con delibera 18 del 2014. La normativa, in sostanza, prevede la possibilità di attribuzione – da parte del Comune ed a favore di proprietari di immobili – di quantità edificatorie come corrispettivo per la realizzazione di opere e lavori pubblici, anche esterne all’area oggetto di intervento.
Queste le opere di cui dovrà farsi carico il soggetto attuatore: 1)un tratto di percorso ciclopedonale tra viale Centova e la fermata ferroviaria Aldo Capitini, inclusi marciapiedi di collegamento tra l’area di intervento e i comparti limitrofi; 2) realizzazione di un verde di rinaturazione; 3) adeguamento stradale con raddoppio di corsia d’immissione da viale Centova su rotatoria di raccordo con superstrada; 4) realizzazione di cinque stazioni di percorso vita integrato con il percorso bike-sharing; 5) realizzazione di un’area verde attrezzata per il gioco dell’infanzia. Tali opere hanno un valore complessivo di 181mila euro. Visto che gli interventi interessano in minima parte anche di aree di proprietà di terzi, con la preconsiliare è apposto il vincolo preordinato all’esproprio per una somma di poco superiore ai 9mila euro.
Tecnicamente la variante adottata prevede principalmente: la riclassificazione di una porzione dell’area “Pcu(2)” di Centova in zona a servizi privati “Spr(20b) ed in minima parte, “Fascia di igiene ambientale; la riduzione della volumetria massima del comparto Spr(20), dove sorge il supermercato Oasi, che passa da mc 10.500 a mc 9.975.
Il capogruppo di IPP Fabrizio Croce ha espresso perplessità per il modo in cui viene affrontata la tematica: si fa un torto alla coerenza ove il Comune, da un lato, si mostra favorevole a parole alla tutela ambientale, ma dall’altro autorizza l’ennesima operazione commerciale di dubbia qualità in un’area già intasata in tal senso. Per queste ragioni Croce ha definito la proposta non accettabile.
Secondo Maria Cristina Morbello (M5S) in due anni e mezzo di legislatura sono stati esaminati dal Consiglio solo singoli progetti senza mai discutere di pianificazione urbanistica e di programmazione. Purtroppo una somma di servizi non fa una città ed il rischio è di perpetuare gli errori del passato, quando si è costruito troppo e male.
Per Morbello è ora di puntare sulla rigenerazione urbana e sulla riqualificazione degli spazi esistenti, sull’esempio del progetto Pinqua, evitando di consumare ulteriore suolo visto che ciò inflaziona il mercato.
Per Francesco Zuccherini (PD) non è opportuno parlare di compensazione perché non è possibile alcuna compensazione per ciò che è stato fatto negli anni nell’area in esame.
Quella, in sostanza, era una zona pensata con una vocazione specifica, ossia tempo libero, sport e svago. Invece a Pian di Massiano e zone limitrofe è stato costruito di tutto e di più stravolgendo la natura dei luoghi. Aggiungere oggi un ulteriore sito per la ristorazione, sostituendolo ad un’area verde, per quanto non in condizioni ottimali, non è né innovativo né condivisibile.
“Infine evidenzio che non si è mai visto altrove che in un parco pubblico il percorso verde venga improvvisamente interrotto per far posto ad un fast food. Questa è l’idea che contrastiamo”.
Secondo Nicola Paciotti (PD) sarebbe meglio evitare una Perugia a due velocità, che penalizza cioè le zone periferiche e concentra tutte le funzioni sempre nelle stesse aree, come quella in esame. Il consigliere, inoltre, ha espresso perplessità per il contenuto della pratica, anche in relazione all’offerta merceologica proposta, che stona con la vocazione umbra in materia eno-gastronomica.
A favore della pratica si è invece espressa la consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) secondo cui l’iniziativa consentirà di riqualificare un’area degradata, peraltro di proprietà privata. Questa operazione, in sostanza, permetterà di valorizzare la zona mantenendo in pieno la sua vocazione sportivo-ricreativa nonché ambientale.
“Credo che l’Amministrazione abbia colto un’opportunità a fronte di un minimo aumento di cubatura cui corrisponde, però, l’effettuazione di opere pubbliche di grande utilità”.
In replica l’assessore Margherita Scoccia ha evidenziato che in quella zona, oggi scollegata da quelle limitrofe, era già prevista nel prg la realizzazione di un parcheggio. Con questa variante non si fa altro, quindi, se non consentire la realizzazione di opere pubbliche di completamento che consentono di mantenere la vocazione del quartiere; il tutto a fronte di un’attività di ristorazione di impatto minimo.
Scoccia ha infine rilevato che il Comune di Perugia sta andando in una direzione virtuosa per ciò che concerne il consumo di suolo, visto che questo dato è in calo costante.
DICHIARAZIONI DI VOTO
La capogruppo PD Sarah Bistocchi ha spiegato che a Perugia non si può più parlare di paesaggio visto che si continua a consumare suolo; questa, infatti, sembra essere l’unica impostazione che la giunta Romizi è in grado di seguire.
Per Bistocchi, inoltre, non va bene che nella lotta al degrado intervengano sempre i privati, con conseguente rinuncia del Comune al proprio ruolo istituzionale.
Perugia, per la capogruppo, non ha bisogno dell’ennesima area commerciale, ma di una visione e di un ruolo pubblico che oggi non si registrano.
Lorenzo Mattioni (Lega) ha puntualizzato che tutte le Amministrazioni per ben funzionare hanno bisogno di una maggioranza unita e di una guida politica unita. “Finora, come gruppo, abbiamo effettuato scelte coerenti con questo atteggiamento. Tuttavia, come evidenziato dalla stampa, ultimamente si evidenzia una discrasia tra il momento politico e quello amministrativo”.
Al netto di libere scelte individuali che non si discutono – ha continuato Mattioni – non si possono non considerare i risvolti politici delle stesse. “Ai nostri occhi si prospetta una volontà, talvolta malcelata, di non rispettare i patti del dopo voto 2019: un atteggiamento per noi inspiegabile visto che il nostro gruppo viene da due anni in cui ha portato in maggioranza le esperienze positive del territorio ed ha difeso le scelte più difficili dell’Amministrazione anche quando sarebbe stato più comodo difendere le posizioni di bandiera”.
Mattioni si è detto certo che, a seguito di queste riflessioni politiche, alla Lega sul campo verra dimostrato il dovuto rispetto dovutole, a fronte del quale il gruppo agirà di conseguenza.
Valutando comunque nel solo merito la pratica, Mattioni ha preannunciato un voto a favore dell’atto.
Nei successivi interventi la capogruppo Francesca Tizi (M5S) ha preannunciato un voto contrario per le ragioni espresse dalla collega Morbello, mentre Michele Nannarone (FdI), Giacomo Cagnoli (FI) e Francesco Vignaroli (Progetto Perugia) hanno preannunciato un voto a favore ritenendo che la pratica apporti solo benefici per la città consentendo la riqualificazione di aree degradate a fronte di nessun consumo di suolo. Dunque una delibera che va in linea con l’impostazione generale, volta alla valorizzazione dell’esistente, che l’Amministrazione da tempo ha avviato.
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