Aggressione giudici a Perugia, oggi l’assemblea dei magistrati
PERUGIA – “Polizia per i tribunali non ce n’è. E proteggere i tre ingressi di questo palazzo è difficile per non dire impossibile. Perciò l’ unica soluzione è andare via”. Al vecchio carcere? “Potrebbe non essere la situazione migliore ma da qui ce ne dobbiamo andare”. Sono le parole del procuratore generale di Perugia Fausto Cardella, responsabile della sicurezza degli uffici. Di quanto accaduto ieri mattina al tribunale civile del capoluogo umbro, dove un uomo ha accoltellato due giudici del fallimentare e ferito un impiegato, ne parla come di una personale sconfitta.
Oggi il tema della sicurezza nelle sedi giudiziarie è stato al centro di una riunione, nella sede della procura generale, con lo stesso procuratore Cardella, il procuratore della Repubblica, Luigi De Ficchy, il sindaco del capoluogo umbro, Andrea Romizi, e il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, e di un’ assemblea indetta dalla sezione umbra dell’Associazione nazionale magistrati.
Proprio con Fausto Cardella l’iter per dotare il Palazzo delle Poste dove ha sede la sezione civile del tribunale di vigilanza e metal-detector aveva tuttavia registrato un’ accelerata. “Per 15 anni – ha sottolineato Cardella, nel corso dell’assemblea dell’Anm – nessuno se ne è preoccupato. Non è stato fatto niente. Purtroppo la tremenda aggressione è avvenuta proprio quando era stata trovata una soluzione”.
“Nel tribunale civile si registra la situazione più grave – ha spiegato – perché si scaricano tutte le tensioni e in ogni contesa, sia esso un fallimento, un’ esecuzione o un divorzio, c’è una parte perdente”.
Il procuratore generale ha detto che all’inizio dell’estate era stata chiesta la vigilanza armata privata per tutti gli uffici, concessa dal ministero dal 2 ottobre. “Dodici sedi giudiziarie sono indifendibili e occorrerebbe un esercito che non c’ è. Perciò si è optato per la vigilanza dinamica”, ha spiegato ancora. Stamani all’ingresso del tribunale civile c’erano due carabinieri armati che controllano i documenti delle persone che entravano.
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