Misure urgenti per scuole aperte e sicure, covid e appello di 1000 firme

Misure urgenti per scuole aperte e sicure, covid e appello di 1000 firme

Misure urgenti per scuole aperte e sicure, covid e appello di 1000 firme

Ha raccolto 1000 firme in pochi giorni l’appello “Misure urgenti per scuole aperte e sicure” lanciato da alcuni genitori umbri il 10 febbraio e diffuso spontaneamente tramite il  passaparola. Un appello lanciato dal basso quindi, senza nessuna appartenenza a gruppi o organizzazioni, che è stato spedito oggi alla Presidente della Regione Umbria e alle altre autorità regionali e nazionali in materia di istruzione e sanità.

A seguito dell’ordinanza regionale che ha chiuso tutte le scuole della Provincia di Perugia e di alcuni Comuni del ternano, l’appello propone invece di fare delle scuole aperte un presidio per la prevenzione e per il controllo della diffusione del contagio.

La richiesta è infatti quella di attivare tempestivamente una campagna di screening a tappeto da effettuarsi direttamente presso gli istituti scolastici tramite la somministrazione dei tamponi rapidi antigenici a tutti i bambini, gli studenti e al personale docente e non, screening da ripetere regolarmente, “contribuendo così al contenimento della pandemia e permettendo al contempo un ritorno di bambini e ragazzi ad una vita più adeguata ai loro bisogni educativi, psicologici e sociali”. Si tratterebbe quindi di una forte implementazione della campagna di screening già in atto nelle farmacie.

L’appello vuole inoltre sottolineare che la sospensione delle scuole e il conseguente isolamento crea danni non solo formativi, ma mette a dura prova il benessere psicologico di bambini e ragazzi, privandoli di fatto dell’unico luogo in cui si  realizza  una  socialità  “controllata”. Inoltre, la chiusura delle scuole costringe le famiglie ad adottare le soluzioni organizzative più disparate, tra cui quella di ricorrere a nonni o babysitter, situazioni private dove non è possibile alcun controllo e dove non è previsto nessun protocollo, come invece avviene nelle scuole.

Altre due le questioni poste dall’appello: la disparità degli studenti umbri rispetto a quelli delle altre regioni in zona rossa, dove le scuole sono aperte fino alla prima media e le disparità insite nella stessa metodologia della didattica a distanza. La DAD infatti, sostengono i firmatari dell’appello, penalizza inevitabilmente gli studenti che non hanno gli strumenti adeguati per usufruirne (strumenti tecnologici, ma anche emotivi e sociali) inasprendo le disparità,  in quanto solo la scuola in presenza può garantire inclusività e pari opportunità per tutti.

Da qui la richiesta alle istituzioni affinché “si impegnino ad adottare tempestivamente le misure qui proposte o tutte le altre misure che riterranno necessarie al fine di garantire lo svolgimento in sicurezza e con continuità di questo imprescindibile servizio pubblico”.

I promotori dell’appello

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