“I bambini non iniziano né causano guerre: solo da loro può nascere il cambiamento”

Così Eleonora Mincio, di Save The Children, al Simposio sulla pedagogia pacifista di Maria Montessori svoltosi oggi all’Università per Stranieri di Perugia

“I bambini non iniziano né causano guerre"

“I bambini non iniziano né causano guerre: solo da loro può nascere il cambiamento”

Molte e autorevoli le voci che si sono levate oggi dai microfoni dell’aula magna di Palazzo Gallenga, nel corso del simposio “Maria Montessori. Una Pedagogia per la Pace”, con cui l’Università per Stranieri di Perugia ha voluto chiudere il corso internazionale sulla pedagogia pacifista montessoriana.

Aprendo i lavori dell’assise, il rettore dell’ateneo, Valerio De Cesaris, ha ricordato quanto sia difficile oggi parlare di pace e di non violenza in un presente caratterizzato dalle prese di posizione verso l’uno o l’altro degli attori belligeranti sparsi per il pianeta e due gravi conflitti che infuriano alle porte dell’Europa.

Gli ha fatto eco da Roma Padre Enzo Fortunato, in collegamento dalla Basilica di San Pietro in Vaticano, sottolineando come Papa Francesco abbia fortemente voluto la Giornata Mondiale dei Bambini, asserendo che essi sono gli unici che possono rendersi veri ambasciatori di pace e riuscire a toccare il cuore degli adulti e dei grandi della terra. “Chi vuol la pace – ha concluso Padre Fortunato – deve spalancare gli occhi sui bambini”.

Cifre drammatiche sono poi quelle che Eleonora Mincio, di Save The Children, ha ricordato al pubblico che gremiva l’aula magna, sull’infanzia deprivata di diritti, sicurezza, istruzione e alloggio, a cui l’organizzazione fondata da Eglantyne Jebb cerca di dare soccorso: “Ogni giorno circa 29.000 bambini nel mondo sono costretti a lasciare la propria abitazione a causa delle guerre, del cambiamento climatico e della povertà, e sono 75 milioni nel mondo i minori che non studiano perché nei loro paesi si combatte o perché non hanno le risorse per farlo, oppure, e mi riferisco in specie alle bambine, perché gli è impedito” ha sottolineato Mincio.

Di taglio maggiormente pedagogico è stato l’intervento di Ingrid Dal Mut, dell’Association Montessori Internationale, la quale si è soffermata su uno dei capisaldi della pedagogia di Montessori, ovvero sull’importanza fondante, secondo la studiosa di Chiaravalle, di soddisfare i bisogni psichici dei bambini al fine di non creare in loro fratture emotive che ne faranno degli adulti feriti, rancorosi o competitivi, ma di lasciar fiorire in loro quegli innati bisogni di empatia, di relazionalità positiva, di rispetto e di amore che li faranno crescere nella serenità e nel rifiuto della violenza.

La forte consonanza del pensiero montessoriano e capitiniano, è stata poi messa in evidenza da Giuseppe Moscati presidente della Fondazione Aldo Capitini, il quale ha ricordato alcuni passaggi degli scritti dell’attivista nonviolento: “Tutti parlano di pace, ma nessuno educa alla pace, si educa invece alla competizione nella scuola, ed essa predispone al conflitto, alla sopraffazione e alla guerra” ha declamato Moscati, e ancora: “Non si deve marciare per la guerra, come è sempre stato fatto, si deve marciare per la pace: organizziamo una marcia per la pace!”

Infine Cristina Gaggioli, delegata rettorale UNISTRA ai DSA e alla disabilità, ha ricordato come Maria Montessori debba molto all’Umbria, terra in cui incontra le idee di importanti pensatori della pace, come San Francesco d’Assisi e appunto Aldo Capitini, ma scrive anche la sua opera più famosa “Il Metodo della Pedagogia Scientifica” a Villa Montesca (Città di Castello) nel 1909, e fonda il Centro Studi Pedagogici presso l’Università per Stranieri di Perugia nel 1950.

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