Occorre seguire un approccio diversificato per uomo e donna per migliorare i servizi – A Perugia incontro tra vertici regionali e nazionali del sindacato per approfondire il tema
(umbriajournal by Avi News) – PERUGIA In attesa che venga redatto il nuovo Piano sanitario regionale Uil Umbria lancia le sue proposte sul tema della medicina di genere che tiene conto delle differenze biologiche e socioculturali esistenti tra uomo e donna di cui tener conto per un approccio differenziato in termini di prevenzione, diagnostica e terapia per tutte le malattie. Se ne è discusso martedì 14 giugno all’Hotel Giò jazz & wine area di Perugia, nell’incontro a cui erano presenti Claudio Bendini, segretario generale Uil Umbria, Ada Girolamini, coordinatrice pari opportunità Uil Umbria, Silvana Roseto, segretaria nazionale Uil, Antonio Bartolini, assessore alla sanità della Regione Umbria, Walter Orlandi, direttore regionale per salute, welfare, organizzazione e risorse umane dell’Umbria, Assunta Morresi, professoressa associata di chimica fisica all’Università degli Studi di Perugia e componente del Comitato nazionale di bioetica, Lucia Droghetti di Uil Fpl Umbria, ed Elisa Leonardi, segretaria regionale Uilp Umbria. L’Unione italiana dei lavoratori dell’Umbria, ha chiesto dunque, che nel nuovo Piano sanitario regionale si tenga conto di questa nuova frontiera della medicina, avviando campagne di informazione alla cittadinanza, programmi di formazione per medici e operatori sanitari e istituendo corsi ad hoc negli atenei.
Medicina di genere per migliorare servizio sanitario “L’Umbria – ha dichiarato Bendini – è certamente tra le regioni virtuose in ambito sanitario ma si può fare ancora tanto per migliorare la qualità del servizio. C’è la necessità di sviluppare una medicina personalizzata per uomo e donna. Il nuovo piano sanitario regionale dovrà tenerne conto se si vuole migliorare l’assistenza sanitaria”. “L’iniziativa di oggi – ha specificato Girolamini – nasce su proposta del Comitato regionale di coordinamento delle donne della Uil sulla base di un programma articolato che stiamo portando avanti. Quello della medicina di genere è un tema di grandissima attualità e parte dal presupposto che le donne sono state penalizzate nell’ambito della ricerca medica, farmacologia e cura. Non si tratta di ideologia ma di dati scientifici. È stato dimostrato, ad esempio, che gli effetti prodotti da un certo farmaco su un uomo sono diversi da quelli prodotti sulla donna. La ricerca deve considerarlo per sviluppare terapie incisive”.
Siamo in una fase di osservazione “Quello della medicina di genere – ha aggiunto Morresi – detta anche della differenza sessuale o medicina di precisione, come la chiama il professore Umberto Veronesi, è un approccio relativamente giovane. La prima a parlarne nella rivista scientifica ‘New England journal of medicine’ fu la cardiologa americana Bernardine Patricia Healy, nel 1991. Attualmente ci troviamo in una fase di osservazione, studio e analisi dei dati e siamo ancora all’inizio della ricerca biomedica”. “L’appropriatezza delle cure – ha commentato Roseto – serve a rendere più efficiente il servizio sanitario nazionale perché tutti sappiamo in che stato versa. La Uil non solo è vicina ai cittadini nel perseguire un miglioramento della sanità in generale, ma si impegna per la diffusione di una cultura e una conoscenza della medicina di genere, per abbattere il muro della diffidenza culturale e, soprattutto, trovare spazio nei piani sanitari di tutte le regioni”.
Le parole dei vertici della sanità umbra “L’Umbria dal punto di vista delle organizzazione e dei servizi al genere femminile è avanti – ha concluso Orlandi – sia nei programmi di prevenzione che in quelli di cura e riabilitazione. Ci sono aziende ospedaliere, come quella di Perugia, che hanno ottenuto i tre bollini rosa ma la medicina di genere è qualcosa di più, deve coinvolgere la ricerca e la formazione dei medici e delle professioni sanitarie. Ci sono evidenze epidemiologiche che dimostrano l’importanza del genere nella diagnosi e cura delle persone e quindi nella loro salute. Auspico quindi l’adozione di specifiche linee guida”. L’assessore Bartolini ha preso l’impegno di sviluppare politiche di genere nel prossimo piano sanitario regionale, a cui sarà data ampia partecipazione, e di individuare all’interno della rete regionale un centro di eccellenza per la medicina di genere.
Rossana Furfaro
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