Mille morti sul lavoro in Italia da gennaio a novembre 2024

Incremento dei decessi rispetto al 2023, allarme nei cantieri

Mille morti sul lavoro in Italia da gennaio a novembre 2024

Mille morti sul lavoro in Italia da gennaio a novembre 2024

Mille morti sul lavoro – Da gennaio a novembre 2024, in Italia si sono registrate mille vittime sul lavoro, un incremento di 32 decessi rispetto allo stesso periodo del 2023 (+3,3%). Tra i dati più preoccupanti, emerge il netto aumento degli infortuni mortali in itinere, con 46 vittime in più rispetto all’anno precedente, che portano il totale a 269. Questi numeri, elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, evidenziano un’emergenza che coinvolge in modo particolare il settore delle costruzioni, il più colpito con 147 decessi.

L’analisi geografica mostra un’Italia frammentata: Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia sono considerate zone rosse, con un’incidenza di morti superiore al 25% rispetto alla media nazionale di 31 vittime per milione di lavoratori. Veneto e Marche si confermano invece le regioni più sicure, con i tassi di mortalità più bassi.

Lavoratori stranieri: rischio doppio rispetto agli italiani

I dati evidenziano come i lavoratori stranieri siano particolarmente vulnerabili. Nei primi undici mesi del 2024, si contano 164 decessi in occasione di lavoro tra gli stranieri, con un’incidenza di 69,1 vittime ogni milione di occupati, più del doppio rispetto agli italiani (26,7). Le difficoltà linguistiche e culturali rappresentano ostacoli significativi alla prevenzione, come sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega: “È cruciale migliorare la formazione per questi lavoratori, affinché possano comprendere pienamente le misure di sicurezza”.

Fasce d’età e settori più colpiti

Gli anziani restano la categoria più esposta ai rischi. La fascia degli over 65 registra un’incidenza di mortalità di 131,5, seguita dai lavoratori tra i 55 e i 64 anni (49,7). La categoria numericamente più colpita è proprio quella tra i 55 e i 64 anni, con 254 decessi su un totale di 731 avvenuti in occasione di lavoro.

Oltre al settore delle costruzioni, altri comparti particolarmente critici sono i trasporti e magazzinaggio (99 decessi), le attività manifatturiere (94) e il commercio (51).

Ripartizione regionale e incidenza degli incidenti

La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di morti in occasione di lavoro, totalizzando 121 decessi. Seguono Campania (73), Emilia-Romagna (68), Lazio (67), e Sicilia (57). La Basilicata, nonostante la popolazione ridotta, registra una delle incidenze di mortalità più elevate, segnalando l’urgenza di interventi mirati.

L’Osservatorio Vega utilizza una zonizzazione che classifica le regioni in quattro aree di rischio: bianca (incidenza inferiore al 75% della media nazionale), gialla (tra il 75% e la media), arancione (tra la media e il 125%), e rossa (superiore al 125%). Questa suddivisione permette di individuare le aree più critiche e di pianificare azioni mirate.

Il peso degli infortuni totali

Le denunce di infortunio complessive nei primi undici mesi del 2024 ammontano a 543.039, un dato stabile rispetto al 2023 (+0,09%). Le attività manifatturiere rimangono il settore con il maggior numero di denunce (65.777), seguite da costruzioni (34.414), sanità (33.660), trasporto e magazzinaggio (31.958) e commercio (30.385).

Le donne rappresentano una quota significativa delle denunce totali, con 193.606 casi, mentre gli uomini ne contano 349.433. La fascia d’età più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni, con 120.258 denunce, pari al 22,1% del totale.

Giornata più pericolosa e vittime per genere

Il martedì emerge come il giorno con il maggior numero di infortuni mortali, concentrando il 20,2% delle vittime nei primi undici mesi del 2024. Tra le 1.000 vittime totali, 80 sono donne e 209 sono lavoratori stranieri. Le morti in itinere vedono un’incidenza significativa tra le donne, che contano 30 vittime su un totale di 269.

Un appello alla prevenzione

Di fronte a questi dati, l’appello degli esperti è unanime: serve un cambio di passo nella prevenzione degli infortuni, soprattutto nei settori e nelle regioni più esposte. La formazione mirata e la sensibilizzazione dei lavoratori, unita a una maggiore vigilanza nei cantieri, rappresentano le priorità per invertire questa tendenza.

Il presidente Rossato conclude con un monito: “Ogni vita spezzata è un fallimento collettivo. Non possiamo accettare che la sicurezza sul lavoro resti una promessa disattesa”.

Morti sul lavoro complessive:

Dato fornito: 1.000 vittime da gennaio a novembre 2024.
Suddivisione: 731 in occasione di lavoro e 269 in itinere.
✅ Verifica: Totale = 731 + 269 = 1.000. Il dato è coerente.

Incremento rispetto al 2023:

Dato fornito: 968 vittime a novembre 2023. Incremento: +32 decessi (+3,3%).
✅ Verifica: 1.000 (2024) – 968 (2023) = 32, confermato.
Morti tra i lavoratori stranieri:

Dato fornito: 164 decessi in occasione di lavoro. Incidenza: 69,1 morti per milione.
✅ Verifica: Coerente con il calcolo di incidenza superiore rispetto ai lavoratori italiani (26,7 per milione).
Settore delle costruzioni:

Dato fornito: 147 vittime (massimo tra i settori).
✅ Verifica: Nessuna discrepanza nei numeri del settore.
Distribuzione regionale:

Lombardia: 121 vittime. Altre regioni seguono i valori indicati nel testo.
✅ Verifica: I numeri sono corretti e corrispondono al contenuto fornito.
Denunce di infortunio totali:

Dato fornito: 543.039 nel 2024, rispetto a 542.568 nel 2023 (+0,09%).
✅ Verifica: Incremento coerente.
Distribuzione per genere e età:

Dato fornito: 80 vittime donne, 209 vittime straniere. Fascia più colpita: 55-64 anni (254 vittime).
✅ Verifica: I numeri sono corretti rispetto alla descrizione.

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