Donatella Binaglia, la vitiligine e la bellezza dell’anima di una giovane madre
La letteratura dice che è psicosomatica e autoimmune, si insinua nelle pieghe dei tuoi malesseri, dei tuoi stress, spesso si presenta dopo uno grande spavento, ma tra le cause più conclamate c’è l’ereditarietà. La vitiligine è una malattia autoimmune della pelle che colpisce i melanociti, cioè le cellule che producono il pigmento da cui dipende il naturale colorito della pelle (melanina), la pelle di un soggetto affetto da vitiligine si caratterizza per la presenza di chiazze bianche di dimensioni variabili.A me è comparsa intorno ai 24 anni, a seguito di un incidente stradale in moto di mio fratello. Mi trovavo in macchina in fila senza sapere cosa succedesse, quando vedo passare mia sorella correndo; capisco che è successo qualcosa, scendo dalla macchina, corro, la raggiungo, la moto in terra è quella di mio fratello. «Un ragazzo è gravissimo l’altro meno». Tra lì e l’ospedale ci sono 5 km, ho sudato, ho pianto, ho pensato di tutto finché non ho visto in barella mio fratello Gabriele che entrava in sala operatoria cosciente per operarsi a bacino e ginocchio. Era vivo, l’altro ragazzo morirà da lì a qualche ora. Qualche giorno dopo compare la prima macchia sotto il braccio. In pochi nel 1994 conoscevano questa malattia. «È un fungo», mi dice il medico, qualche mese dopo la sentenza: era vitiligine.
Una malattia buffa della pelle che per curarla devi stare al sole, in modo da stimolare la tua melanina. Ovvero, per curarla la evidenzi.
Ho sempre pensato che chi è affetto da questa malattia ha una sensibilità molto sviluppata, i dolori non gli passano, rimangono sulla pelle, come cicatrici che non si chiudono, ma si spostano nel corpo: ginocchia, gomiti, mani. La vitiligine infatti è così: il processo di chiusura, che avviene attraverso fototerapia o sole estivo, è molto lento, quello di apertura velocissimo. Morale, te la devi tenere. Il viso è uno dei posti dove la vitiligine attacca, le macchie bianche, a volte scontornare a volte a puntini o definite come un disegno, colpiscono bocca e occhi. Una mattina ti guardi allo specchio e vedi una nuova depigmentazione, d’inverno quando la pelle non è abbronzata tutto è più facile, ma con l’estate ci si avvicina alle sembianze di una mucca pezzata.
La vitiligine è subdola attacca l’estetica che sembra diventata l’unico obiettivo di un mondo che tende alla perfezione, che in ogni momento incita alla bellezza, nasi rifatti, bocche rifatte ma quando la melanina decide di scomparire non c’è chirurgo che possa aiutarti. L’unico aiuto arriva dalla consapevolezza di te stessa, di chi sei e di quanto vali a prescindere dalle tue macchie. Chi ha questa malattia lavora su stesso e diventa migliore, sublima la sua bellezza facendola diventare uno stato dell’anima.
Commenta per primo