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Treofan in difficoltà, summit al Mise, il grido d’aiuto dei lavoratori
La multinazionale indiana Jindal ha affermato di non volerne più sapere di Treofan Italy e quindi nemmeno dello stabilimento di Terni. Lavoratori della Treofan di Terni in strada, ieri mattina, in segno di protesta contro il graduale disimpegno della proprietà Jindal rispetto al sito produttivo del polo chimico. I dipendenti, dopo un’assemblea che si è svolta davanti allo stabilimento, insieme a rsu e segreterie territoriali del comparto, si sono mossi in corteo all’interno dell’area industriale fino ai cancelli.
Una volta in via Narni hanno raggiunto la strada, rallentando il traffico un paio di volte per una decina di minuti, in maniera simbolica. La protesta si è svolta a poche ore dall’incontro con l’azienda convocato dal ministero dello Sviluppo economico.
All’incontro del mattino hanno preso parte anche i rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco Leonardo Latini e l’assessore comunale Stefano Fatale, consiglieri comunali, regionali e parlamentari umbri.
Circa 150 i lavoratori diretti interessati alla vertenza che, è stato detto, “nel complesso potrebbe avere ricadute su circa 600 famiglie”. “Il ministero deve prendere una posizione netta e chiara nei confronti di Jindal” è stato l’appello lanciato dai rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici.
“Clienti e profitti ci sono – hanno continuato -, la Treofan rimanga e continui a svilupparsi, altrimenti è si nomini un advisor per individuare altri soggetti che possano garantire la continuità produttiva”.
Tra le ipotesi avanzate anche quella di adire alle vie legali nei confronti della proprietà, che sta continuando a spostare ordini e materie prime verso altri stabilimenti del gruppo.
Durissima presa di posizione dell’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni durante il tavolo Treofan odierno, convocato dal Ministero dello sviluppo economico. “L’annuncio della chiusura del sito di Terni – dichiara l’assessore Fioroni – è una volgare mancanza di rispetto per il Paese, per la Regione Umbria, per la città di Terni e per tutti quei lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro. Dopo otto mesi di trattative non si può prendere in giro la storia industriale della città, la competenza produttiva nel settore chimico e tutte le aziende che operano nel polo ternano, che hanno espresso da subito tutta la loro preoccupazione. Non è ammissibile un atteggiamento di questo tipo – conclude l’assessore – dopo che ci siamo impegnati a sostenere con i nostri strumenti l’ipotesi di sviluppo industriale dello stabilimento in questione. Ci opporremo in ogni sede e con ogni mezzo anche legale, in sintonia con il ministero, a questa decisione”.
“La situazione della Treofan di Terni si sta aggravando sempre di più. Il comportamento posto in essere in queste settimane dalla proprietà appare inaffidabile e inadeguato in riferimento agli obiettivi primari che sono stati ribaditi dai lavoratori, dai loro rappresentanti e dalle istituzioni: ovvero la continuità e il rafforzamento del sito produttivo ternano nell’ambito di un piano industriale serio e concreto”.
Lo scrive il sindaco Leonardo Latini in una lettera indirizzata al MISE e al Governo in occasione del tavolo che è stato convocato per oggi pomeriggio. Anche stamattina il sindaco si è recato presso la sede dello stabilimento per confrontarsi con i lavoratori, al termine della loro assemblea.
“La proprietà – continua Latini – sta ponendo in essere un comportamento irrispettoso in primo luogo verso i lavoratori che ne pagano le conseguenze dirette, ma anche nei confronti delle istituzioni che da sempre hanno seguito questa vicenda e si sono sedute ai tavoli con la proprietà stessa o con i suoi delegati, fornendo ampie disponibilità di collaborazione, non ultima quella dell’assessore regionale Fioroni”.
“Non è possibile che multinazionali come Jindal possano avvantaggiarsi in alcune fasi delle professionalità e delle potenzialità di siti industriali italiani, giovandosi anche di sostegni economici nazionali o regionali, per poi pensare di scaricare i territori, reputando di non avere obblighi verso le comunità locali di riferimento”.
“Per questo, come sindaco di Terni, avendo seguito la vicenda della Treofan dal 2018, chiedo al Governo, tramite il Mise, verificato il disinteresse di Jindal per il sito ternano, di controllare la legittimità delle azioni poste in essere dalla multinazionale e di guidare un processo di vendita verso un acquirente in grado di porre in essere una seria politica industriale per il sito ternano”.
“Allo stesso tempo ribadisco la strategicità di Treofan nell’ambito delle politiche industriali di medio e lungo periodo per la nostra regione, per un possibile e auspicabile rilancio del polo chimico ternano, anche in un’ottica di economia verde”.
“Ricordo che il territorio ternano, fortemente connotato dalla presenza di industrie, è in uno stato di crisi molto pesante, aggravato dagli effetti dell’attuale pandemia, e non può permettersi di soggiacere a giochi economico-finanziari sulla pelle dei lavoratori e a discapito delle possibilità di sviluppo della città stessa”.
Pavanelli (M5s): “Promesse non mantenute dalla proprietà, ora tutele ai lavoratori”
“Ulteriore punto di rottura con il gruppo Jindal sulla vertenza dello stabilimento produttivo di Terni della società Treofan con la sua messa in liquidazione. Non rispettare e mentire alle Istituzioni è molto grave. Dopo otto mesi di trattative e scioperi scongiurati, voltare le spalle alla storia industriale della città e a tutte le aziende che operano nel polo ternano – che hanno espresso da subito tutta la loro preoccupazione – è un gravissimo danno. Ora bisogna trovare rapidamente soluzioni per Terni per garantire la continuità produttiva, occupazionale e la tutela dei 150 lavoratori”. Cosi in una nota stampa la senatrice umbra Emma Pavanelli.
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