Tesei, economia Umbria resistito grazie a nuova politica
In apertura di seduta la Presidente della Giunta regionale ha relazionato sulla situazione economica umbra e sui conti della sanità, rispondendo a una richiesta di chiarimenti provenuta dalle opposizioni nella precedente seduta d’Aula. Come da regolamento, alle comunicazioni della Presidente ha fatto seguito la replica del Portavoce delle opposizioni. Dalla minoranza anche una richiesta, messa al voto e bocciata (8 favorevoli e 9 contrari), di sospendere i lavori per ascoltare una delegazione di lavoratori; il Presidente dell’Assemblea legislativa ha ricordato che tutti possono essere ascoltati in sede di Commissione e anche prima o dopo la seduta d’Aula, non durante.
La Presidente della Giunta regionale ha detto che la salute dell’economia umbra rimane condizionata dagli eventi che si sono susseguiti, pandemia e guerra, ma i dati dicono che nel 2019 la situazione economica dell’Umbria era fra le peggiori del Paese mentre dal 2020, grazie a una nuova politica economica, la Regione si è messa fra quelle che hanno resistito meglio rispetto alla media dei dati riscontrati sul territorio nazionale e nel 2021 è stata agganciata la ripresa insieme alle Regioni più sviluppate, con un più 6 per cento. Diminuita di due punti percentuali anche la disoccupazione. La Regione intende continuare a sostenere le imprese locali e a rafforzare la formazione con personale qualificato.
Ha poi ricordato alcuni dati economici: 4 miliardi di investimenti annunciati da Fs su strade e ferrovie, 1,6 miliardi del Pnrr intercettati dall’Umbria, 300 milioni da Ater per l’edilizia residenziale nei prossimi tre anni. Sui dati relativi ai conti della sanità umbra, la Presidente ha sottolineato che fino al 2019 sussisteva un disequilibrio strutturale e nel 2020, con la pandemia, le cose si sono aggravate: tutte le Regioni italiane sono alle prese con uno sbilancio coperto solo parzialmente dal Governo, per cui si è dovuto far fronte con 8 milioni di euro dal Por Fesr, altrimenti non spesi, e 1,6 milioni dal Fondi di garanzia.
Ma non c’è stata alcuna lettera di diffida dal Mef, nessuna procedura di rientro, infatti il bilancio 2021 è stato chiuso regolarmente. Per il 2022 si continuerà il processo di risanamento del disequilibrio strutturale ereditato dalle gestioni precedenti senza intaccare i servizi al cittadino, con un nuovo Piano sanitario, la riorganizzazione degli ospedali, la convenzione con l’Università e massimo impegno sulle liste d’attesa. Per il Portavoce delle opposizioni la Presidente non ha detto nulla di nuovo, se non bugie e alibi per coprire tutto: non ci sarebbero mai stati buchi nella sanità in passato, come certifica lo status di Regione benchmark acquisito dall’Umbria negli anni precedenti.
Per coprire i buchi sarebbero state utilizzate le premialità della Regione dovute proprio alla condizione benchmark, ma resta il problema delle assunzioni che non sono state fatte, di un Piano sanitario bocciato fin dal suo esordio da parti sociali e Università, delle liste di attesa che sono decuplicate e del piano di abbattimento delle stesse che non è stato portato avanti, tanto che se si deve fare un esame con urgenza si deve ricorrere al privato.
Servirebbe meno propaganda e più azione di governo perché i cittadini hanno bisogno della sanità pubblica ma nella nostra regione è stata colta l’occasione fornita dal Covid per spostare la sanità da quella pubblica a quella privata. Per il Portavoce delle opposizioni è inoltre sbagliata l’impostazione generale attuata dall’Esecutivo per superare la crisi economica: il Pnrr non compenserà il dimezzamento del Pil regionale e sarebbe sbagliato pensare che possa coprire anche le ulteriori difficoltà indotte dalla guerra con il conseguente incremento dei costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime.
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