Sistema piccola media impresa recupera ma resta pericolo stagnazione
“Il sistema delle imprese della provincia di Perugia recupera sui primi tre mesi dell’ anno, ma non allontana il pericolo ‘ stagnazione’ “, ha sottolineato il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, commentando i risultati dell’ indagine Movimprese sulla natalità/mortalità delle imprese in provincia di Perugia per il secondo trimestre del 2019. Il tasso di crescita si ferma a un modesto + 0,33%, inferiore alla media nazionale (+0,48%) e a quella regionale Umbria (+).
Al 30 giugno 2019 operano in provincia di Perugia 72.246 imprese, lo 0,7% in meno di un anno fa, quando erano 72.752 (in valore assoluto – 506 unità). Lo stock complessivo è composto (30 giugno 2019) per il 51% da Imprese Individuali, per il 24,4% da Società di Capitali, da un 21,8% di Società di Persone e per il 2,7% da Altre Forme Societarie.
Le imprese artigiane si fermano a quota 15.952, 257 in meno sul II trimestre del 2018. Nel II trimestre 2019 sono nate in provincia di Perugia 939 nuove imprese: è il risultato più basso tra tutti i II trimestri dell’ ultimo quinquennio.
Le cessazioni (non d’ ufficio) sono state 700, un livello negativo, anche in questo caso, mai toccato dal II trimestre 2015 in poi. Nel trimestre appena trascorso, tuttavia, il saldo tra imprese nate e cessate è positivo di 239 unità. Per Mencaroni – riferisce una nota della Camera di commercio di Perugia – “non riusciamo a rilanciare in termini di consistenza la nostra base imprenditoriale: fare impresa resta difficile e ciò destabilizza la fiducia degli imprenditori.
Tuttavia va notato che non tanto si riduce il numero delle imprese, quanto cambia il profilo delle nuove attività, più Società di Capitali e meno Imprese Individuali e Società di Persone”.
“Resta il punto – ha ribadito Mencaroni – senza impresa non può esistere sviluppo, senza impresa non si crea lavoro e ricchezza. Per questo non dobbiamo arretrare sul fronte del sostegno all’ impresa: vanno sostenuti gli investimenti, continuare a lavorare sulla riduzione degli eccessi di burocrazia e sull’ adozione di nuovi sistemi di regole ancora inadeguati, sulla alla farraginosità del mercato del lavoro, sulla carenza di infrastrutture, materiali e immateriali”.
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