Rallentamento economico in Umbria, Lunghi, sfide e prospettive per il Futuro

Rallentamento economico in Umbria, Lunghi, sfide e prospettive per il Futuro

Rallentamento economico in Umbria, Lunghi, sfide e prospettive per il Futuro

Rallentamento economico in Umbria – «La crescita economica in Umbria sembra subire una frenata alla fine del 2023, seguendo il trend delle altre regioni italiane. Le proiezioni per il 2024 oscillano tra lo 0,5% e lo 0,6% del PIL, influenzate da un quadro di incertezza su scala nazionale, europea e mondiale, secondo quanto suggerito da SVIMEZ». Lo scrive in un suo elaborato, Giancarlo Lunghi.

Le conseguenze della decelerazione economica a livello globale, secondo l’autore, si fanno sentire anche in Umbria, con un calo dell’export e una contrazione dell’impulso proveniente dalla domanda estera, che aveva alimentato la crescita economica negli ultimi due anni.

«Sul fronte occupazionale – aggiunge -, sebbene la dinamica sia positiva, i salari rimangono notevolmente inferiori alla media nazionale, con una differenza del 11%. La retribuzione più bassa comporta una minore attrattività, nonostante una modesta crescita industriale registrata nella prima metà del 2023».

Crisi demografica e integrazione tra territori, il punto di Giancarlo
Giancarlo Lunghi

In contrasto, il settore turistico si presenta robusto, superando i 6 milioni di presenze e mostrando potenziali margini di miglioramento. Tuttavia, circa 900 milioni di euro in meno concessi alle imprese nel corso di un anno, con un calo dell’8,7% rispetto al 2022, sollevano interrogativi sul futuro degli investimenti, in particolare per le imprese più piccole e industriali.

«Nonostante la generale fase di rallentamento – scrive Lunghi -, l’Umbria mantiene indicatori economici positivi come il PIL e i consumi, ma i prestiti alle imprese e alle famiglie subiscono una brusca diminuzione».

In questo contesto incerto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si presenta come la principale leva per stimolare una crescita limitata ma sostenibile. Progetti focalizzati sulla trasformazione digitale, sull’economia circolare e sulla riorganizzazione della mobilità offrono opportunità di sviluppo.

Secondo l’autore, “le sfide chiave per l’Umbria riguardano la necessità di attrarre imprese, famiglie, turisti, talenti e studenti. La competitività del territorio dipende dalla sua capacità di attirare investimenti, diffondere informazioni e tecnologie, promuovere la cultura e fornire servizi qualificati.”

L’Università dell’Umbria emerge come un potenziale volano di attrattività, contribuendo a fermare l’emigrazione dei giovani e promuovendo l’innovazione nelle imprese esistenti e nuove.

«Un piano di sviluppo – inoltre – per la conservazione delle acque potrebbe trasformare l’Umbria in una riserva per altri territori, mentre soluzioni smart city pensate per la terza età potrebbero affrontare l’invecchiamento della società regionale, trasformando le sfide odierne in opportunità di sviluppo per il futuro».

Nonostante le sfide, quindi e secondo Giancarlo Lunghi., l’Umbria è riuscita a mantenere una certa vitalità economica, compensando gli squilibri causati dall’inflazione e dalle difficoltà energetiche. Con maestranze qualificate, la regione si posiziona come una garanzia per gli investimenti previsti nei programmi di ripresa e nei fondi europei.

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