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Negozi aperti o chiusi per Ferragosto? Facoltà di scelta, il 30 e 31 torna Lo Sbaracco
«Negozi aperti o chiusi per Ferragosto? Con la legge sulla liberalizzazione, gli esercenti hanno carta bianca in materia di aperture. Il Ferragosto, comunque, al contrario del primo dell’anno, del Primo maggio, di Pasqua e Pasquetta, del 2 giugno, del 25 dicembre e di Santo Stefano, non è considerato un super festivo e dunque chi vuole può aprire anche il giorno dell’Assunta senza alcun preavviso. Chi vuole, pertanto, può lavorare». E’ quanto dice Sergio Mercuri, presidente del Consorzio Perugia in Centro.
«I commercianti – dice Mercuri – una volta si adeguavano al nuovo stile di vita dettato dalla crisi. Per evitare il “black-out” del comparto facevano i turni per accaparrarsi i consumatori rimasti a fare le ferie in città. Nelle aziende familiari, ad esempio, si alternano i padri con i figli, evitando così di chiudere il negozio per un periodo prolungato».
In centro si preferisce investire sull’evento mirato. «A Perugia va forte Lo Sbaracco, la “festa del commercio”, che riproporremo a ferie terminate, ossia il 30 e il 31 agosto. I saldi non sono andati benissimo e per il comparto l’evento rappresenta il vero salvagente a cui aggrapparsi».
Uno studio di Confcommercio ha sondato lo stato di salute del centro storico. Sulla base dell’analisi degli esercizi al dettaglio di 13 categorie merceologiche (tra cui alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento, ferramenta, mobili, commercio ambulante), degli alberghi e delle attività di ristorazione, nel periodo 2008-2018, l’acropoli del capoluogo evidenzia una sensibile contrazione delle imprese. Nel centro storico di Perugia, infatti, continua il trend particolarmente negativo per le attività commerciali: da 420 esercizi del 2008 si è passati a 298 nel 2016 e 290 del 2018.
Molto migliore lo stato di salute del settore alberghi, bar e ristoranti: 255 nel 2008, 216 nel 2016, 218 nel 2018. Per quanto riguarda invece il territorio fuori dal centro storico, a Perugia il comparto ricettività-pubblici esercizi fa registrare un significativo aumento negli ultimi 10 anni (509 imprese nel 2008, 587 nel 2018, spicca il + 77 unità di bar e ristoranti). Saldo negativo invece per il commercio, ma in termini molto contenuti (1221 unità nel 2008, 1206 nel 2018).
“Dopo una prima fase di sviluppo – ha dichiarato Mercuri –, iniziata con la nascita del Consorzio nel 2011, di cui si sono fatte carico principalmente le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato e in modo particolare Confcommercio, è giunto il momento di chiamare al protagonismo le attività economiche che operano nel centro storico”. A tale proposito il presidente Mercuri ha promosso la creazione di una commissione composta da operatori del centro storico per individuare le modalità più idonee al coinvolgimento e all’adesione al Consorzio del maggior numero di imprese possibile.
La commissione si è costituita su base volontaria e ha già iniziato il suo lavoro che dovrà sfociare in un progetto che verrà sottoposto al Consiglio di amministrazione del Consorzio stesso. “Auspico – ha commentato ancora Mercuri – che questa prima fase di lavoro possa concludersi in tempi brevi, possibilmente entro agosto, in modo da poter passare alla seconda fase con l’ingresso dei nuovi soci nel Consorzio e, infine, giungere alla terza fase, quella dell’assemblea che eleggerà il nuovo Consiglio e di conseguenza il nuovo presidente del Consorzio”.
Il nuovo Consiglio sarà chiamato a cimentarsi con il grande tema che è stato alla base della nascita del Consorzio Perugia in centro: la progettazione e la realizzazione di eventi, la promozione, comunicazione e animazione del centro storico di Perugia, attraverso la valorizzazione delle attività economiche che nel territorio insistono. L’obiettivo del percorso delineato da Mercuri è quello di perseguire una promozione diffusa di tutto il centro storico e delle sue attività economiche, scommettendo sul protagonismo attivo (idee, energie, investimenti) della rete tra gli operatori economici del territorio.
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