Mencaroni – presidente Confcommercio – interviene sul 1° maggio

GooD, in Umbria una rete di eccellenza delle imprese
Giorgio Mencaroni

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(UJ.com3.0) PERUGIA – La provocazione dell’onorevole Walter Verini – imprenditori e lavoratori in piazza il 1° maggio insieme – non lo ha “provocato” più di tanto. Perché Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, si considera un antesignano nell’aver abbattuto gli “steccati ideologici” che tradizionalmente vorrebbero datori di lavoro e dipendenti/collaboratori su fronti contrapposti, o perlomeno divisi e distinti. E rivendica l’intuizione di averlo fatto in anticipo, in un momento in cui la cosa non era ancora vista come una novità positiva, un segnale di discontinuità e cambiamento “politicamente corretto”, tanto da suscitare, ai tempi, anche alcune reazioni scomposte.

“Il 28 gennaio scorso – ricorda Mencaroni – in occasione della giornata di mobilitazione promossa a Perugia dalla nostra organizzazione per invocare politiche di rilancio dell’economia, ad ingrossare le fila delle centinaia di partecipanti all’assemblea che si è svolta al centro congressi della Camera di commercio e a sfilare sotto la pioggia battente fino in centro storico – per incontrare il Prefetto e le Presidente della Regione – accanto agli imprenditori del commercio, turismo e servizi c’erano decine di lavoratori di questi settori. Persone che si sono sentite a casa propria, che hanno chiesto ai propri datori di lavoro di essere presenti per sostenere ad una sola voce un programma di priorità che hanno pienamente e spontaneamente condiviso. Persone che hanno scritto e.mail ai giornali e post sui social media, per manifestare tutta la propria angoscia e replicare con fermezza a chi si “scandalizzava” di vederli dalla stessa parte degli imprenditori nella difesa di redditività e occupazione. Il 4 febbraio – nella mobilitazione di Federalberghi, a Perugia, contro la tassa di soggiorno – si è ripetuta la stessa esperienza.

Il paese reale, i diversi soggetti attivi dell’economia – sottolinea Mencaroni – hanno dunque dimostrato ancora una volta di essere un passo avanti rispetto alla politica e all’apparato. Hanno dimostrato di essersi lasciati alle spalle senza tentennamenti – nel nome della comune battaglia per uscire dalla crisi, per superare l’emergenza – contrapposizioni ideologiche e sociali che oggi mostrano di non avere più ragion d’essere, come fatti recentissimi hanno ulteriormente avvalorato. Quando l’interesse è comune, quando non ci sono strumentalizzazioni o forzature, è naturale trovarsi tutti dalla stessa parte, anche sacrificando apparentemente i propri interessi di categoria. Questo non significa confusione o sovrapposizione di ruoli – né tra imprenditori e lavoratori, né tra chi li rappresenta – ma richiede ai soggetti di rappresentanza la consapevolezza che per uscire dalle secche bisogna remare tutti insieme dalla stessa parte, mettendo a frutto ciascuno il proprio apporto.

Dove c’è impresa – conclude Mencaroni – c’è lavoro e ricchezza, dove c’è lavoro e ricchezza c’è sviluppo e futuro. Quindi – alla fine – che il 1° maggio gli imprenditori siano “formalmente” e fisicamente presenti o meno alle manifestazioni dei lavoratori non è così importante, perché non cambia la sostanza delle cose: ovvero che imprenditori e lavoratori sono insieme tutti i giorni, fianco a fianco, con grande fatica e strenuo impegno, per costruire un domani per se stessi e per l’Umbria. Ed è la sostanza che conta, è il vissuto quotidiano di imprese e lavoratori che ci deve guidare. Dobbiamo trarne insegnamento e spunto per una più ricca e costruttiva stagione di confronto, in cui siamo tutti chiamati ad alzare lo sguardo oltre un modo di ingabbiare il mondo, le relazioni, le dinamiche dell’economia che mostra oggi tutto il suo anacronismo”.

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