Terni, Arvedi AST rende noti i risultati di “Progetto Salute”

Arvedi AST rende noti i risultati di “Progetto Salute” Uno studio condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia

Arvedi AST rende noti i risultati di “Progetto Salute”

Arvedi AST rende noti i risultati di “Progetto Salute”
Uno studio condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia

Arvedi AST (Acciai Speciali Terni S.p.A.) ha a cuore il benessere dei propri dipendenti e per monitorarne l’andamento negli ultimi anni (2015-2020) ha avviato “Progetto Salute” condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Medicina e Chirurgia – Sezione di Medicina del Lavoro, Malattie Respiratorie e Tossicologia Professionale ed Ambientale.

I risultati sono stati presentati questa mattina nel corso di un incontro svoltosi presso la Biblioteca Arvedi AST alla presenza del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero e dell’Amministratore Delegato Dimitri Menecali. Presenti i ricercatori di UNIPG che hanno curato lo studio, i rappresentanti della USL Umbria 2, dell’Ordine dei Medici di Terni, di Confindustria Umbria e delle organizzazioni sindacali.

L’indagine ha interessato un campione di oltre 400 lavoratori per tre progetti specifici: valutazione dell’esposizione cumulativa a metallivalutazione dell’effetto di fattori di rischio professionali e non professionali sull’apparato respiratoriovalutazione degli stili di vita dei lavoratori ed attuazione di interventi di promozione della salute.

Risultati ed obiettivi del progetto
Valutazione dell’esposizione cumulativa a metalli. I risultati sono confortanti in quanto evidenziano valori non solo inferiori ai “valori limite” ma anche, ad eccezione di pochissimi casi rapidamente rientrati, pari o inferiori ai cosiddetti “valori di riferimento”, cioè quelli che caratterizzano la popolazione non esposta professionalmente. Lo scopo principale è stato quello di correlare l’esposizione ambientale dei lavoratori a Cromo e Nichel con i valori derivanti dal monitoraggio biologico, misurazione della concentrazione dei suddetti metalli nelle urine dei lavoratori alla fine del turno di lavoro, generalmente lo stesso turno in cui è stata misurata l’esposizione ambientale.

Valutazione dell’effetto di fattori di rischio professionali e non professionali sull’apparato respiratorio. Lo studio non ha evidenziato particolari criticità nella popolazione osservata ed anzi ha registrato dati migliorativi nel 2018 rispetto al 2015 grazie anche alle strategie di prevenzione nei luoghi di lavoro e la formazione attuata. L’analisi su 442 soggetti, osservati in un arco temporale di circa cinque anni, ha consentito di evidenziare un possibile declino medio annuo di alcuni gruppi di lavoratori, in particolare quelli più esposti a possibili agenti pneumopatogeni.

L’obiettivo dell’indagine è stato quello di valutare, attraverso appositi esami clinici/strumentali (spirometria, studio degli eosinofili, ecc)  integrati da questionari predisposti a tale scopo, l’effetto combinato dei fattori lavorativi (esposizione a polveri, metalli, etc.) e dei fattori personali (età, stili di vita, eventuali patologie in atto, esposizioni extra lavorative) ad integrazione di quanto già previsto dalla legge in materia di sorveglianza sanitaria dei lavoratori professionalmente esposti ad agenti nocivi.

Infine, focus su stili di vita ed attuazione di interventi di promozione della salute con l’obiettivo di mettere in atto le recenti indicazioni da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, nonché della Regione Umbria, per ciò che riguarda la promozione di stili di vita sani, per affermare non solo un mero stato di salute inteso come “assenza di patologie”, ma un vero e proprio “livello di benessere e salute.”

È stato quindi condotto uno studio che ha coinvolto, anche allo scopo di effettuare un confronto, sia lavoratori di Arvedi AST che lavoratori dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, prendendo in esame variabili quali gli aspetti socio-demografici, l’abitudine al fumo, il consumo di alcol, l’attività fisica, le abitudini alimentari, le varabili antropometriche (massa corporea).

Lo studio ha consentito di progettare ed attuare iniziative specifiche, che, integrando la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro, contribuiranno ad avere una popolazione lavorativa “sana” nel senso più ampio del termine, migliorando non solo la qualità della vita dei dipendenti, ma riducendo i costi sociali legati alle patologie dei lavoratori.

Confermando il proprio impegno nella responsabilità sociale d’impresa, Arvedi AST ha già messo in campo azioni di sensibilizzazione riguardo la lotta al tabagismo, le buone abitudini alimentari – coinvolgendo anche la mensa aziendale – e programmi mirati per combattere il sovrappeso e l’obesità in collaborazione con il medico aziendale, gli specialisti della Cassa Mutua e le strutture sportive del Circolo Lavoratori Terni.

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