Investimenti sospesi alle Acciaierie di Terni, il Governo sotto accusa
Le audizioni della proprietà delle Acciaierie di Terni e delle rappresentanze sindacali, tenutesi oggi in Commissione Attività Produttive alla Camera, evidenziano una situazione sempre più critica per il futuro del sito industriale. La sospensione degli investimenti promessi dal gruppo Arvedi è stata causata dal mancato accordo di programma con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, compromettendo la possibilità di accedere ai fondi del PNRR entro i termini previsti.
Le dichiarazioni congiunte di Elisabetta Piccolotti (AVS), Anna Ascani (PD) ed Emma Pavanelli (M5s) esprimono forte preoccupazione per il ritardo accumulato dal Governo nel mantenere gli impegni presi in merito al rilancio del settore siderurgico. In particolare, si sottolinea come il continuo rinvio della firma dell’accordo abbia bloccato l’avvio di progetti strategici per migliorare la competitività del sito ternano, promuovere la decarbonizzazione degli impianti e tutelare la salute della popolazione locale. La situazione è aggravata dal contesto internazionale, in costante mutamento, che rende ancora più urgente un’azione concreta e immediata.
Secondo quanto emerso dall’audizione, uno dei principali ostacoli nella trattativa riguarda il costo dell’energia, tema centrale per la proprietà che ne ha fatto uno dei punti chiave della discussione con il Governo. Le parti sociali, inoltre, hanno messo in evidenza il rischio di una prolungata cassa integrazione per i lavoratori, scenario che potrebbe portare a conseguenze economiche e sociali rilevanti per la città di Terni.
Nonostante le sollecitazioni delle opposizioni, solo dopo l’annuncio della cassa integrazione e le successive pressioni politiche e sindacali, la Presidente della Regione Donatella Tesei ha ripreso il dialogo con il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e i rappresentanti dei lavoratori. Tuttavia, si teme che il tempo già perso possa compromettere in modo irreparabile le prospettive di sviluppo e rilancio delle acciaierie, che restano un pilastro dell’economia locale e nazionale.
In merito, le forze di opposizione hanno ribadito l’intenzione di non abbassare la guardia e di continuare a vigilare sull’operato del Governo. “Non permetteremo che i riflettori su Terni vengano spenti”, hanno affermato con fermezza Piccolotti, Ascani e Pavanelli, sottolineando come l’immobilismo degli ultimi mesi sia stato dannoso e come l’Esecutivo debba assumersi le proprie responsabilità per garantire il futuro della siderurgia in Umbria.
L’appello delle opposizioni è chiaro: trovare soluzioni rapide e credibili, con un piano strutturato per affrontare il nodo dell’energia e per sbloccare gli investimenti, evitando ulteriori ritardi. Le forze politiche di minoranza, che si sono già fatte promotrici di numerose interrogazioni e richieste di audizioni in Parlamento, chiedono al Governo di dare finalmente seguito agli impegni presi, senza perdere altro tempo prezioso.
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