Fondi pubblici a Bianconi: «Vergognoso usare il dramma del terremoto per campagna elettorale»
«Non è vero che siamo stati l’unico albergo finanziato». Sono le parole del candidato Presidente alla regione per il centrosinistra, Vincenzo Bianconi, dopo aver letto l’articolo di oggi sul Corriere dell’Umbria con tanto di ‘titolone‘ in prima pagina.
Bisognava aspettarselo, prima o poi, questo attacco. Il solo fatto che il figlio di Bianconi (Vincenzo ndr) si sia candidato alle regionali, i componenti della sua famiglia (e dobbiamo dire che sono veramente una famiglia “unita”) diventano lo zimbello di tutti. Ma nessuno si è però preoccupato di chiedere ai diretti responsabili come stanno veramente le cose. Noi lo abbiamo fatto.
Ricordiamo che la Valnerina nel 2016 è stata violentemente colpita dal terremoto che ha creato non pochi problemi alle attività economiche di Norcia, Cascia e Preci, frazioni comprese. Ma nonostante tutto i nursini sono rimasti lì, nessuno ha abbandonato la propria terra. C’era un buon motivo per delocalizzare l’attività, nessuno o quasi nessuno lo ha fatto: «Nel comune di Norcia – dice Vincenzo Bianconi – hanno aperto altre strutture ricettive e agriturismi prima di noi e anche io sono stato molto contento del fatto che abbiano ripreso a lavorare. A Cascia – aggiunge Vincenzo –, l’albergo di Damocle Magrelli (Candidato centrodestra ndr) è stato finanziato e aperto due anni fa e prima di noi. Sono contento – ha detto – di questo e gli ho fatto anche i complimenti, perché qualsiasi luce si riaccende in Valnerina, fa bene a tutta la Valnerina a tutta l’economia».
I Bianconi sono molto noti in Valnerina, hanno diverse strutture e attività ricettive, ricordiamo Palazzo Seneca, Granaro del Monte, Grotta Azzurra, il Paladino e il Salicone e poi c’è anche l’azienda di trasporti che era nata per agevolare le persone che non riuscivano ad arrivare a Norcia. Un autobus di Bianconi andava a prendere i turisti direttamente a Fiumicino, Napoli, Bari e altre località e poi il catering con le mense.
E grazie a questo la famiglia Bianconi dà lavoro a tanti dipendenti, in tutto sono 58 e nonostante tutti i problemi nessuno è stato licenziato. «Lavorano tutti – spiega Vincenzo – a volte sono in soprannumero, alcuni stanno al ristorante delocalizzato del Granaro del Monte altri a Palazzo Seneca, ma lavorano e gli stipendi vengono regolarmente pagati».
Abbiamo anche contattato l’altro figlio dei Bianconi, Federico: «Dal giorno dopo il terremoto non abbiamo licenziato nessuno, chiaramente alcuni non avendo certezze di lavoro si sono licenziati da soli, dal 30 ottobre 2016, tra indeterminati e determinati eravamo sopra le 100 unità, oggi siamo 58 dipendenti per 30 camere (24 a Palazzo Seneca e 6 in una delle dependance)».
Il fatturato si è ridotto: «In alcuni periodi – racconta Federico Bianconi – abbiamo ridotto il fatturato anche di oltre il 50 per cento, abbiamo perso l’80 per cento delle camere (ne avevamo 210). La legge ci permetteva di mandare a casa un po’ di gente, come ha fatto qualche altro collega della Valle, noi non lo abbiamo fatto».
Poi racconta tutto nel dettaglio e spiega come sono andate realmente le cose dal 2016 a oggi: «Subito dopo il terremoto abbiamo fato una riunione a Foligno con i nostri ragazzi, abbiamo detto noi non abbiamo alcuna intenzione di licenziare nessuno, appena ci daranno l’opportunità di riaprire le nostre attività, noi vi facciamo lavorare tutti. A fine mese di ottobre abbiamo pagato tutte gli stipendi e le buste paga per farli stare più tranquilli possibile».
I conti non tornano: «Se uno dovesse fare i conti dovremmo chiudere – ha precisato Federico -. Noi siamo una Srl, basta andare a prendere i nostri bilanci in camera di commercio si capisce che sforzi stiamo facendo, per sostenere anche con mezzi nostri la nostra attività, si capisce il tipo di supporto che abbiamo dato sotto tanti punti di vista. Gli amministratori da due anni non percepiscono nulla».
Parlando poi degli alberghi e dei fondi ricevuti ha spiegato: «Non siamo solo noi negli immobili. Il quotidiano parla di due alberghi, in realtà sono 10 camere in un edificio con due attività commerciali. Siamo noi più altri 6 privati, abbiamo fatto dei consorzi volontari».
Ha poi parlato anche di un albergo di Cascia che nel 2018 ha percepito materialmente i soldi per ristrutturare la sua proprietà: «A noi hanno firmato il decreto. Con questo documento, noi non tocchiamo soldi. L’unico albergo monetizzato è stato quello di Cascia che ha fatto i lavori diretti. Poi se altri alberghi non presentano domande, non è colpa di Bianconi che è stato più veloce a presentarla. Per le dependance abbiamo aspettato 15 mesi, e 12 mesi per il Grotta Azzurra. Hanno chiesto un sacco di integrazioni e abbiamo impiegato quasi un anno per raccogliere tutti i documenti prima di presentare la domanda. Poi c’è da dire che a Norcia non ci sono 27 alberghi, ma si tratta di agriturismi e affittacamere danneggiati dal terremoto . I veri alberghi si contano tra le dita di una mano».
Nell’articolo del quotidiano si fa riferimento a degli appalti per il trasporto scolastico 2017-2018: «Nel 2017 abbiamo fatto un’associazione temporanea di imprese (Ati) con un autotrasportatore locale che da solo non ce la faceva. Noi eravamo titubanti, ma non c’era nessun altro che partecipava all’appalto e abbiamo rimesso un ‘pacco di soldi’. Nel 2018-2019 non abbiamo partecipato alla gara e nessun altro lo ha fatto. 48 ore prima dell’inizio della scuola il comune di Norcia ci ha chiamato chiedendoci la cortesia di poter svolgere il servizio scolastico. Con 48 ore di anticipo non avendo licenziato nessuno, abbiamo attivato il trasporto da soli perché nessuno si era presentato, poiché quanto offerto dal comune non era sufficiente. Ci siamo sempre messi a disposizione della comunità anche in maniera sconveniente».
E poi ancora: «Per le mense ci avevano dato 72 ore di preavviso, grazie a Dio non avendo licenziato nessun dipendente, da lì in 2 giorni abbiamo riattivato 75/80 persone perché i moduli collettivi erano 10, sparsi in tutta la Valle, 5 a Norcia, 1 a San Pellegrino, 1 a Popoli, 1 a Savelli, 1 ad Ancarano e 1 a Campi. Per ogni container partivano 2 camerieri. Abbiamo dovuto acquisire tutto il materiale che non avevamo. Dopo la somma urgenza è stato fatto un appalto aperto a tutti, solo noi abbiamo partecipato. Non è colpa nostra se altri non partecipano. Il comune faceva una serie di richieste e c’era il rischio che chiunque facesse i pasti potesse andare in perdita. Noi ci siamo riadattati con tutti i permessi, investendo altri soldi. Gli altri privati non hanno 30 camerieri e 10 cuochi, nella maggior parte dei casi sono a condizione familiare e il bando richiedeva una certa capienza economica con un determinato fatturato per gestire quell’appalto. Ci abbiamo rimesso dei soldi, ma lo abbiamo fatto per la gente del nostro territorio e quindi pazienza».
E per finire in candidato Vincenzo Bianconi conclude dicendo: «È vergognoso usare il dramma del terremoto per fare campagna elettorale. Evidentemente la mia candidatura deve proprio terrorizzare qualcuno, visto il fango e le calunnie che mi arrivano addosso. Tra l’altro oggi mi si accusa di un ‘crimine’ terribile: aver cercato di non mettere in mezzo alla strada oltre 90 famiglie di lavoratori collegati alla nostra azienda da sempre una delle colonne dell’economia della Valnerina. Se qualcuno pensa che si siano stati dei favoritismi è giusto che faccia una bella denuncia alla procura della Repubblica. Io sono per le cose giuste senza problemi».
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