Caro energia, la proposta del consigliere Vincenzo Bianconi

Caro energia, la proposta del consigliere Vincenzo Bianconi

Più 300%. Sembra incredibile ma gli esperti stimano che ad ottobre le famiglie italiane pagheranno più 300% per luce e gas rispetto al 2020. In un recente reportage de L’Espresso si legge che il prezzo del gas è salito così tanto che è come se il petrolio costasse 400 dollari al barile.

“Una situazione insostenibile – spiega il consigliere regionale, Vincenzo Bianconi, che mette in ginocchio le famiglie meno agiate, spinge verso la povertà quelle della fascia media, mette in seria difficoltà grandi e piccole aziende. Questa gravissima crisi energetica sta determinando forti aumenti dei prezzi e potrebbe portare in breve tempo anche a rischio di irreperibilità di materie prime energetiche, blackout elettrici o razionamenti, con conseguenze devastanti e irreversibili per tutti, famiglie e imprese”.

Quale è la soluzione? Se ne parla ormai da mesi partendo dall’assunto che l’Italia si trova in una condizione di dipendenza energetica del 73,5% del suo fabbisogno, molto oltre la media europea. Ridurre più possibile l’importo di energia dall’estero, quindi la produzione, utilizzando con intelligenza i punti di forza che ogni territorio offre e le migliori tecnologie disponibili per sfruttare le energie rinnovabili.

“Soluzione facile a dirsi ma difficilissima da mettere in pratica – continua Bianconi – dal momento che, nonostante i tentativi normativi di semplificare la procedura di installazione di impianti a fonti rinnovabili, sono ancora molti gli ostacoli burocratici e amministrativi soprattutto per ciò che riguarda ​​un loro inserimento in arre vincolate, su edilizia storica e di pregio. Considerando, infatti, che le normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio prevedono sanzioni anche molto gravi di natura amministrativa e anche penale, c’è il rischio concreto, evidenziato anche da alcuni esperti del settore, di poter incorrere in buona fede nella violazione di qualche normativa qualora si decida di installare impianti fotovoltaici in centri storici”.

Tutto ciò rischia di alimentare ulteriori discriminazioni di fatto tra proprietari e utilizzatori di immobili fuori da centri storici o altre aree protette, rispetto a coloro che vi abitano o lavorano, rischiando di escludere molti di questi ultimi dalla opportunità di installare pannelli fotovoltaici o altri impianti a fonti rinnovabili.

Oggi il mercato offre numerose soluzioni, ma poche sono quelle veramente performanti, come ad esempio in agricoltura i pannelli solari trasparenti verticali, pannelli fotovoltaici dello stesso colore del tetto. Tecnologie che svolgono la propria funzione riducendo di molto il loro impatto visivo, spesso hanno una minore resa e costi maggiori rispetto alle alternative standard. Questo, ancora una volta rischia di creare situazioni di diseguaglianza di fatto che andrebbero affrontate creando delle misure di compensazione economica per i proprietari di immobili soggetti a specifici vincoli o localizzati all’interno di centri storici o aree naturali protette.

Partendo da queste considerazioni il consigliere chiede alla Giunta di impegnarsi a:

1. Sollecitare le autorità statali, in collaborazione con regioni ed enti locali, a fornire chiarimenti puntuali circa la portata della liberalizzazione e i divieti ancora in vigore circa l’installazione di pannelli fotovoltaici e altri impianti a fonti rinnovabili in centri storici o aree protette, pubblicando interpretazioni autentiche, mappe aggiornate e ogni altro strumento di consultazione ufficiale che possa consentire agli operatori del settore di agire senza il rischio di incorrere inconsapevolmente in violazioni.

2. Modificare la normativa regionale vigente in conseguenza della liberalizzazione nella installazione di pannelli fotovoltaici e altri impianti a fonti rinnovabili prevista dalla citata normativa statale, prevedendo il massimo livello di libertà nell’ambito dei limiti nazionali imposti per la tutela del patrimonio paesaggistico-storico-culturale.

3. Introdurre deroghe per impianti a basso impatto visivo, prevedendo altresì forme di compensazione economica dei maggiori costi sostenuti per questi ultimi, in modo da garantire “uguaglianza di fatto” tra tutti i cittadini e tutte le imprese nel poter accedere all’utilizzo di energie rinnovabili e sostenibili, senza far ricadere l’onere di tutela del paesaggio soltanto sui proprietari di quegli immobili.

4. Sollecitare il Governo a prevedere, anche con risorse finanziarie europee, misure di compensazione finalizzate a garantire una “uguaglianza di fatto” dei cittadini che vivono in centri storici ed in aree naturali protette, stanziando nel frattempo anche risorse regionali a tale scopo o bonus fiscali.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*