Taoufik Haidar vittima crollo Firenze, aveva vissuto in Umbria

Una storia di sacrifici, speranze e un sogno interrotto bruscamente

Taoufik Haidar vittima crollo Firenze, aveva vissuto in Umbria

Taoufik Haidar vittima crollo Firenze, aveva vissuto in Umbria

Taoufik Haidar vittima crollo – La drammatica notizia del crollo di un supermercato in costruzione a Firenze ha colpito duramente, portando alla luce la vita interrotta di uno degli operai tragicamente deceduti. Taoufik Haidar, 43 anni, originario del Marocco, ma residente in Italia da quasi vent’anni, è stato una delle vittime della tragedia che ha scosso la comunità lavorativa.

La vita di Haidar ha avuto una lunga parentesi in Umbria, dove ha trascorso la metà del suo tempo in Italia, tra le località di Bastia e Assisi. Durante questo periodo, ha fatto parte della tessitura della comunità, ma il suo cuore e il suo pensiero erano rivolti alla sua famiglia rimasta in Marocco. Il sogno di Taoufik era quello di mettere da parte abbastanza risorse finanziarie per poter tornare finalmente dalla moglie e dai figli, di sei e otto anni, che stanno crescendo nel loro paese d’origine grazie ai sacrifici e all’impegno instancabile del padre lontano.

La notizia della tragedia ha raggiunto la sorella di Taoufik, residente a Foligno, in Umbria, che ha immediatamente fatto il viaggio in Toscana per identificare il corpo del fratello. Sarà lei a seguire da vicino gli sviluppi della vicenda, mentre la procura di Firenze ha aperto un’inchiesta su possibili reati di omicidio colposo plurimo e crollo colposo.

Gli inquirenti focalizzano la loro attenzione su diversi aspetti, inclusa la progettazione dell’edificio, l’uso dei materiali, il rispetto delle norme di sicurezza sul cantiere e i contratti di lavoro. Haidar faceva parte di una squadra di una ditta in subappalto con sede in Lombardia, e sorgono sospetti sull’impiego di manodopera irregolare, un elemento che potrebbe aprire la strada ad altre ipotesi di reato. La documentazione riguardante permessi di soggiorno e registri di presenza è al centro dell’analisi.

La vita di Haidar ha seguito un percorso itinerante: lasciata l’Umbria, si era trasferito a Brescia, poi a Palazzolo, seguendo opportunità di lavoro più remunerative. Da due mesi circa, risiedeva vicino a Bergamo e, fino a novembre, risultava iscritto alla Cassa edile locale.

Un cantiere, che avrebbe dovuto essere fonte di opportunità, è diventato la tomba di Taoufik Haidar. Il ritorno in Marocco, che aveva immaginato diverso, sarà ora segnato da una tristezza profonda e un dolore inimmaginabile per i suoi cari. La sua storia è un tragico esempio delle sfide che molti lavoratori migranti affrontano nel perseguire i propri sogni e speranze in terre straniere.

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