Sovraffollamento carceri in Italia, l’Umbria non è da meno

Sovraffollamento carceri in Italia, l’Umbria non è da meno

Sovraffollamento carceri – Una moltitudine di rappresentanti di associazioni, magistrati, docenti, politici e soprattutto avvocati si sono riuniti a Perugia per una maratona oratoria, rompendo il silenzio sulla crescente tragedia dei suicidi nelle carceri italiane. Da inizio anno, il numero di suicidi nelle carceri è salito a 53. 

L’iniziativa, promossa dalla Camera Penale di Perugia e sostenuta dall’Unione delle Camere Penali Italiane, ha portato alla luce la gravità della situazione con un messaggio chiaro: “Non c’è più tempo”. 

Avv. Francesco Falcinelli

Nonostante il recente decreto del governo che prevede l’assunzione di mille agenti di polizia penitenziaria, semplificazioni per la liberazione anticipata e la possibilità di telefonare più spesso, molti ritengono che queste misure non saranno sufficienti per affrontare il problema del sovraffollamento. Anche in Umbria, l’impatto sarà minimo senza sconti di pena. Attualmente, le carceri ospitano 1500 detenuti. 

L’ultimo episodio nel carcere di Terni, dove un detenuto ha appiccato un incendio in cella, dimostra la volatilità della situazione. Si prevede un’estate difficile, con un aumento della tensione nelle carceri. La sofferenza di coloro che sono malati dietro le sbarre rimane spesso nascosta. 

Carla Giangamboni, presidente della sezione penale del tribunale, ha fatto riferimento ai casi psichiatrici, sottolineando che la pena non deve diventare privazione di umanità. In assenza di risorse finanziarie, alcuni, come l’avvocato Francesco Falcinelli, invitano al ricorso all’amnistia e all’indulto. Queste proposte, tuttavia, rimangono controverse e la soluzione alla crisi rimane incerta. 

avv Giuseppe Caforio

L’avvocato Giuseppe Caforio, garante dei detenuti dell’Umbria, ha dichiarato:

“Il sovraffollamento nelle carceri umbre è un problema serio. Attualmente abbiamo oltre 1500 detenuti in celle affollatissime. Purtroppo, questi detenuti si trovano a dover convivere con realtà culturali diverse, spesso condividendo la stessa cella. Abbiamo celle che ospitano fino a otto persone, creando una miscela esplosiva, come dimostra l’ultimo episodio nel carcere di Terni, dove un detenuto ha appiccato un incendio in cella.

Si prevede un’altra estate difficile. Quello che le cronache non riportano è la sofferenza di chi è malato dietro le sbarre. Mi riferisco a persone con patologie oncologiche e cardiopatiche, che non ricevono l’assistenza sanitaria adeguata, come previsto dal diritto costituzionale alla salute. Inoltre, vi sono molte altre patologie gravi, anche di natura psicologica, che non vengono trattate adeguatamente.”

1 Commento

  1. sono d accordo con il provvedimento sullo spostamneto dei carcerati stranieri nelle loro terre di origine ma secondo me il problema rimangono le sbarre: perchè non provare a creare carceri a porte aperte niemnte sbarre? e soprattutto il continimento dell ingresso or mai dilagante della psichiatria vecchia in questo tipo di istituzioni che accresce il malcontento degli ospiti nelle carceri. eleonora favaroni

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