Scontro in aula tra Ciro Zeno, Cgil, e assessore Enrico Melasecche sul caso Tpl

Scontro in aula tra Ciro Zeno, Cgil, e assessore Enrico Melasecche sul caso Tpl

Scontro in aula tra Ciro Zeno, Cgil, e assessore Enrico Melasecche sul caso Tpl

Un acceso dibattito ha caratterizzato l’ultima seduta del Consiglio regionale, incentrato sul tema del trasporto pubblico locale. I lavoratori del settore, oggi in sciopero su iniziativa di Filt Cgil e Faisa Cisal, hanno manifestato davanti a Palazzo Cesaroni prima di entrare a seguire i lavori dell’Assemblea legislativa.

In particolare, l’attenzione si è concentrata sul question time dedicato alle interrogazioni presentate da Tommaso Bori del Partito Democratico e Vincenzo Bianconi del gruppo misto. A rispondere alle domande è stato l’assessore ai trasporti Enrico Melasecche.

Durante il suo intervento, Melasecche ha fatto riferimento a sindacati “politicizzati”, suscitando la reazione di Ciro Zeno, segretario della Filt Cgil. Zeno ha alzato la voce durante i lavori, provocando una reazione dell’assessore. A seguito di questo episodio, Zeno è stato allontanato dall’aula su indicazione del presidente dell’Assemblea legislativa, Marco Squarta.

Dopo la bagarre, si è assistito a un duro botta e risposta tra Melasecche e Bori. Durante la sua replica, Bori ha chiesto le dimissioni dell’assessore.

“Oggi l’assessore regionale ai Trasporti Enrico Melasecche è uscito allo scoperto confermando quello che come organizzazioni sindacali diciamo da tempo: la nuova gara su quattro lotti per il trasporto pubblico locale dell’Umbria potrà causare un taglio dell’attuale personale del Tpl. L’assessore ha parlato di 50-100 lavoratori che se non dovessero servire saranno sacrificati, per non continuare ad indebitare la Regione”. È quanto affermano in una nota Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria che oggi, in occasione del settimo sciopero regionale di settore contro l’ipotesi di “spezzatino” del Tpl, hanno assistito al consiglio regionale nel quale l’assessore Melasecche ha risposto alle interrogazioni dei consiglieri di minoranza, Tommaso Bori e Vincenzo Bianconi.

“L’assessore ha chiaramente fatto intendere che gli esuberi di personale ci saranno – continuano Filt Cgil e Faisa Cisal – così come la riduzione del numero di autobus in circolazione. Inoltre, ha chiarito che non è legittimo imporre alle imprese che vinceranno la gara vincoli sul personale per tutta la durata dell’affidamento, perché questi limiterebbero il principio della libera organizzazione dell’impresa”.

Insomma, per Filt Cgil e Faisa Cisal le preoccupazioni che sono alla base di una lunga mobilitazione, che “non ha trovato mai ascolto da parte della Regione”, sono non solo confermate, ma amplificate.

“Il nostro mestiere è difendere i posti di lavoro e la qualità del servizio ai cittadini, a prescindere da chi governa le istituzioni – concludono i due sindacati – per questo, oggi ancor più di ieri, ci sentiamo investiti della responsabilità di far sentire la voce delle migliaia di donne e uomini che fanno funzionare ogni giorno il traporto pubblico nella nostra regione. Ci rivolgiamo dunque a tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, affinché si fermi subito questo progetto di indebolimento del Tpl, nell’interesse dei cittadini che rappresentato”.



L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso oggi l’interrogazione a risposta immediata con cui il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd) chiedeva alla Giunta spiegazioni circa “l’affidamento dei servizi di tpl urbano, extraurbano, di navigazione e mediante impianti fissi meccanizzati”. Illustrando l’atto ispettivo, Bori ha evidenziato la necessità di “un tavolo di concertazione con il coinvolgimento dei sindacati interessati, per modificare la ‘Relazione di affidamento dei servizi di Tpl’, alla vigilia della gara d’appalto per l’assegnazione. Bisogna chiarire come la Regione intende gestire eventuali inadempienze e/o gravi conseguenze che, in caso di conferma della Relazione di affidamento dei servizi così com’è oggi, potrebbero verificarsi. Le criticità della Relazione di affidamento del servizio riguardano in primo luogo la scelta di articolare il Tpl del bacino unico regionale in quattro lotti di gara: le esigue dimensioni territoriali e caratteristiche morfologiche del territorio non appaiono conformi ad un frazionamento dell’appalto del trasporto pubblico locale.

I 4 lotti saranno divisi tra Perugia e il Lago, il servizio extraurbano di Perugia, quello di Terni e quello di Spoleto. Non si comprende a cosa serve questa suddivisione, che oltretutto penalizzerà l’efficienza del servizio, limitando la possibilità di utilizzare il personale in modo ottimale tra diversi ambiti. Vi è infatti un serio rischio di creare discriminazioni tra territori, tra le aree più disagiate a causa dell’attuale congiuntura economica e della scarsa urbanizzazione e quelle più agiate. C’è il rischio che possano partecipare operatori economici che non dispongono dell’organizzazione e della solidità necessaria per gestire servizi di tale complessità. Sotto il profilo finanziario la gara rischia di non essere sostenibile a livello economico. Non c’è inoltre una sicurezza in relazione all’impegno nel mantenimento dei livello occupazionali, non si fa riferimento all’attuale personale Savit Srl, che si occupa della gestione del parco rotabile di gruppo ed è azienda di riferimento anche per esigenze specifiche di manutenzione sul prodotto autobus. Appare preoccupante che non si specifichi la destinazione del personale in esubero nel periodo non scolastico.

Non si fa cenno ai lavoratori ‘non idonei’ che per età, malattia o cause similari, rischiano di essere ricollocati nel trasferimento ad altri datori di lavoro. Dai numeri dei mezzi obbligatori a quelli attualmente disponibili dei mezzi, emerge una evidente riduzione degli autobus (attualmente 670 contro i 571 della flotta indispensabile) con conseguente contrazione del servizio e delle scorte dal 25 per cento al 15 addizionale. Serve un impegno per la continuità dell’occupazione in favore di tutti i lavoratori già impiegati dall’impresa uscente e serve un impegno anche per le aziende umbre, che appaiono penalizzate”. L’assessore Enrico Melasecche ha risposto che “si tratta di un argomento molto complesso che infatti è stato espresso in una interrogazione di 6 pagine. A quelle domande peraltro abbiamo già risposto. La battaglia del Pd è di assoluta retroguardia. Le passate amministrazioni hanno distrutto il trasporto pubblico, trovandosi costrette a cedere il ramo gomma e quello ferroviario. Abbiamo ereditato 24 milioni di euro di debiti oltre ad una transazione di altri 4 milioni. C’è un processo e un procedimento della Corte dei conti proprio sulla gestione del trasporto pubblico. La legge prevede tavoli precisi, che noi abbiamo convocato, dando le risposte necessarie. Fare un unico lotto è contro la legge, nonostante le interrogazioni e gli scioperi. Non ci saranno licenziamenti ed è un rischio che non esiste.

Gli altri sindacati sono in sintonia con la procedura scelta, dalla quale stanno ottenendo il massimo possibile. La Regione tutela i cittadini dell’Umbria mentre con gli scioperi si bloccano i servizi, come il Minimetrò di Perugia e i battelli del Trasimeno. Noi vogliamo modernizzare e digitalizzare il sistema. I Comuni potranno migliorare il servizio di trasporto pubblico, alla Regione spetta solo il coordinamento generale. Si tratta di un’iniziativa elettoralistica. Non esiste il rischio di creare una discriminazione tra territori. Il bando di gara non è ancora stato pubblicato e quindi non si capisce come se ne possa contestare il contenuto. La scelta dei 4 lotti segue le indicazioni comunitarie ed il codice degli appalti. Non ci sarà un taglio di 13 milioni di euro mentre ci sarà una indicizzazione al tasso di inflazione programmata. Il riferimento alla riduzione del costo complessivo del personale con blocco del turn over è del tutto ragionevole nella eventualità che si registri un esubero di personale. Tutto questo per evitare che si crei altro debito. La clausola sociale di cui si lamenta l’assenza è invece presente ed è stata illustrata nelle occasioni di confronto che ci sono state. E’ stato trasmesso l’elenco del personale da trasferire e ci sono anche i dipendenti Savit, coperti dalla clausola sociale. Il personale del servizio di navigazione è inserito nel lotto 1 è coerente con la razionale organizzazione del servizio. Il trattamento del personale non idoneo è disciplinato dal contratto nazionale.

Il numero dei mezzi utilizzati oggi è eccessivo e comporta un aggravio di spesa legata ad una gestione inefficiente del parco autobus, che verrà completamente sostituito. La programmazione dei servizi è competenza di Comuni e Province, che forniscono i piani di servizio e di gara. Le piccole imprese di trasporto umbre potranno partecipare a tutti i lotti. Gli atti di gara e i contratti di servizio conterranno tutti gli strumenti e i meccanismi finalizzati alla corretta gestione del servizio e al rispetto degli obblighi assunti”.

Il consigliere Bori ha replicato spiegando che “l’assessore Melasecche non conosce il trasporto pubblico perché non lo usa. Inoltre insulta le opposizioni e i sindacati, mettendo anche in dubbio il diritto allo sciopero. La Giunta regionale ha creato una nuova scala per misurare le catastrofi, la ‘Scala Tesei’. Ci sono tagli al trasporto pubblico, c’è la riduzione del personale in esubero, che però vengono negati. La scelta dei 4 lotti è un errore politico di cui dovrete assumervi la responsabilità”.

1 Commento

  1. Se non fossi così ignorante capirei dove finiscono tutti i soldi delle tasse che paghiamo…
    Se non fossi così ignorante capirei perchè i servizi erogati sono sempre inferiori rispetto alle tasse pagate…

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