Omicidio di Foligno: indagini nell’ambiente di lavoro 

La versione del collega del muratore 56enne non convince gli inquirenti

Omicidio di Postiglione a Foligno: silenzio dal 17enne

Omicidio di Foligno: indagini nell’ambiente di lavoro 

Omicidio di Foligno – Le indagini sull’omicidio di Salvatore Postiglione, il muratore 56enne ucciso giovedì mattina a coltellate nel parcheggio della zona industriale di Paciana, proseguono senza ancora indagati. Nel corso della giornata, una persona è stata nuovamente ascoltata dal procuratore di Spoleto, Claudio Chiccella, e dal sostituto Vincenzo Ferrigno, i quali stanno coordinando le indagini. Si tratta di un collega di lavoro della vittima, il cui racconto ha sollevato più di qualche perplessità.

Indagini in corso, nessun indagato ancora
L’uomo in questione ha reso una testimonianza che gli inquirenti stanno analizzando con attenzione, in quanto la sua versione non ha convinto del tutto. Alcuni dettagli sembrano essere discordanti e non completamente coincidenti, portando gli investigatori a voler approfondire la sua versione. Le contraddizioni sollevate potrebbero rivelare particolari cruciali per la ricostruzione della dinamica dell’omicidio.

Un incontro inaspettato e una deviazione
Le indagini stanno rivelando una serie di elementi che fanno pensare a un agguato premeditato. Salvatore Postiglione, infatti, sarebbe dovuto arrivare nel parcheggio della zona industriale di Paciana come ogni mattina per incontrarsi con i colleghi e poi proseguire verso il cantiere. Tuttavia, prima di giungere nel luogo del delitto, avrebbe deviato il suo percorso rispetto al solito itinerario, dirigendosi verso una zona differente.

Secondo le prime ricostruzioni, Postiglione avrebbe avuto un appuntamento con il suo aggressore prima di incontrarsi con gli altri colleghi. Questo incontro potrebbe essere stato motivo di un confronto che, in seguito a una lite, sarebbe sfociato nell’aggressione mortale. Gli inquirenti ipotizzano che l’assassino conoscesse bene le abitudini della vittima, tanto da sapere esattamente dove e quando aspettarlo.

La testimonianza che non quadrerebbe
L’unico testimone che potrebbe fare chiarezza su quanto accaduto rimane il collega di lavoro della vittima, che però non ha fornito informazioni sufficienti a chiarire la vicenda. La sua versione continua a sollevare dubbi, e gli investigatori stanno cercando di comprendere se ci siano state eventuali omissioni o se possa aver avuto un ruolo nell’accaduto.

Le indagini sono anche supportate dalla videosorveglianza della zona, che ha ripreso la sequenza dell’omicidio. Tuttavia, la qualità delle immagini e la scarsa visibilità, dovuta alla nebbia, rendono difficile identificare con certezza l’aggressore. Al momento, si sa solo che l’uomo ha abbandonato la scena a piedi, ma il suo volto è irriconoscibile. Gli investigatori stanno focalizzando la ricerca nell’ambito lavorativo di Postiglione, ritenendo che l’assassino possa essere un collega o qualcuno che aveva un contatto stretto con la vittima.

Ipotesi di omicidio premeditato
Il procuratore di Spoleto, Claudio Chiccella, ha escluso che l’omicidio possa essere stato il frutto di una rapina finita male, poiché i soldi in tasca della vittima non sono stati toccati. La versione più plausibile è quella di un agguato, un atto violento compiuto da qualcuno che conosceva le abitudini di Postiglione e sapeva esattamente dove trovarlo. La vittima, descritto come un uomo preciso e ben voluto da tutti, non aveva nemici noti, rendendo ancora più misterioso il motivo dietro alla violenza letale che ha posto fine alla sua vita.

Profilo della vittima
Salvatore Postiglione era un capo operaio apprezzato dai colleghi, noto per il suo impegno e serietà sul lavoro. La sua morte ha scosso profondamente la comunità locale, che ha espresso dolore per la perdita di una persona tanto stimata. Le indagini vanno avanti, ma le ragioni di questo delitto restano ancora un enigma.

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