Nuovo suicidio in carcere, appello a Governo per riforme strutturali

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria esprime costernazione per un altro suicidio

Nuovo suicidio in carcere, appello a Governo per riforme strutturali

Nuovo suicidio in carcere, appello a Governo per riforme strutturali

Nuovo suicidio in carcere – Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) esprime profonda costernazione per un altro tragico suicidio avvenuto nella Casa circondariale di Terni, rinnovando l’appello per riforme sostanziali nel sistema penitenziario nazionale. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia l’evento come una sconfitta per lo Stato e per tutti coloro che operano quotidianamente nelle carceri.

Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del SAPPE, fornisce dettagli sull’incidente, spiegando che un detenuto di 46 anni, originario dell’Albania e già ristretto per tentata rapina e violenze in famiglia, è stato trovato impiccato nella propria cella. Nonostante i tentativi di soccorso da parte del personale sanitario e della Polizia Penitenziaria, i soccorsi sono stati inutili.

Bonino evidenzia l’importanza di intraprendere azioni preventive, sottolineando la necessità di affrontare il problema alla radice. Con il recente passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è notevolmente peggiorata, con una carenza critica di operatori sanitari, psicologi e psichiatri nelle carceri.

Il sindacalista sottolinea la complessità del problema e afferma che il suicidio, sebbene imprevedibile, richiede un approccio preventivo. La carenza di personale sanitario nelle carceri diventa il punto focale della questione, e Bonino suggerisce che siano necessari concorsi regionali e nuove assunzioni di personale sanitario specificamente destinato alle strutture penitenziarie.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, chiama l’attenzione sul ruolo della responsabilità politica e istituzionale, invitando i funzionari, in particolare i Sottosegretari alla Giustizia Delmastro e Ostellari, a visitare la Casa circondariale di Terni per comprendere le sfide quotidiane affrontate dal personale penitenziario. Capece sottolinea che il suicidio di un detenuto rappresenta una fonte significativa di stress per il personale e gli altri detenuti, evidenziando la necessità di riforme strutturali nel sistema penitenziario e nell’esecuzione delle pene a livello nazionale.

Il leader nazionale del SAPPE conclude il suo appello, amareggiato, richiamando l’urgenza di implementare riforme concrete, tra cui l’espulsione dei detenuti stranieri, specialmente quelli coinvolti in eventi critici e violenti durante la detenzione. La grave carenza di poliziotti penitenziari aggiunge ulteriori complicazioni a questa difficile situazione.


VERINI: ” NUOVO SUICIDIO CARCERE DI TERNI: SENZA RISPOSTE GRAVI RESPONSABILITÀ DEL GOVERNO”.

“Che altro deve succedere nelle carceri italiane, in quella d Terni, perché il Governo, il Ministro della Giustizia intervengano – subito – per porre fine ad una situazione ogni giorno più drammatica? Oggi un altro suicidio nel carcere di Sabbione, che avevamo visitato di nuovo tre settimane fa con una delegazione del PD ternano, denunciando per l’ennesima volta lo stato insopportabile e pericoloso del sovraffollamento ( con un numero di detenuti del tutto sproporzionato ) della grave mancanza di organici della polizia penitenziaria, alla cui voce di denuncia uniamo ina volta di più la nostra. Ne avevamo anche parlato proprio la scorsa settimana direttamente con il Ministro Nordio e in aula, sottolineandogli l’urgenza di risposte immediate. Niente. Terni è una delle situazioni più delicate tra le carceri italiane che scoppiano, dove i suicidi sono tremende notizie quotidiane. Dove si registrano ancora perfino episodi di tortura ai danni di detenuti, come a Reggio Emilia, su cui come PD chiediamo piena luce e rigore. Anche sulle carceri questo Governo è colpevolmente responsabile, con l’ aggravante della presenza di sottosegretari inadatti e privi di senso dello Stato, come Delmastro delle Vedove. Ma ogni ulteriore ritardo è irresponsabile. Se Meloni e Nordio non vogliono ascoltare il PD, ascoltino gli appelli del Presidente Mattarella “. Così il senatore Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia e capogruppo PD in Antimafia.

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