Morte di Andrea Prospero: al via accertamenti su dispositivi
Morte di Andrea – Sono iniziati gli accertamenti della Polizia Postale sui dispositivi elettronici di Andrea Prospero, il 19enne di Lanciano trovato senza vita in un B&B di Perugia il 29 gennaio scorso. L’avvio delle indagini è avvenuto questa mattina, nel corso di un vertice in Procura alla presenza dei legali della famiglia Prospero.
Gli inquirenti hanno posto sotto sequestro il computer portatile e il cellulare della vittima, oltre ad altri cinque telefoni cellulari e diverse sim, alcune delle quali intestate a cittadini stranieri. I dispositivi sono ora al vaglio degli specialisti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, che avranno 60 giorni di tempo per consegnare una relazione dettagliata.
“Sono necessari i tempi tecnici per eseguire accertamenti complessi”, ha dichiarato – al Tgmax – l’avvocato Francesco Magano, dello studio legale Carlo Pacelli, il legale che ha seguito anche il caso di Amanda Knox. Gli agenti impiegheranno circa una settimana solo per recuperare le password di computer e telefoni, passaggio fondamentale per ricostruire gli ultimi momenti di vita del giovane, deceduto in circostanze ancora da chiarire.
L’autopsia ha escluso una morte violenta e nei prossimi giorni si avranno maggiori informazioni sulle cause del decesso, che potrebbero essere riconducibili a un’intossicazione da farmaci. Sul luogo del ritrovamento sono stati trovati blister vuoti di benzodiazepine, come lo Xanax.
Domani, intanto, gli avvocati Mangano e Pacelli incontreranno il procuratore Raffaele Cantone per fare il punto sulle indagini.
Ieri a Lanciano l’ultimo saluto di Anna e Matteo al fratello Andrea: “Ti ricorderemo per sempre come quel ragazzo che, anche se di poche parole, era sempre pronto ad ascoltare e far ridere gli altri. Rimarremo per sempre i tre moschettieri”. Andrea è ricordato da tutti coloro che lo conoscevano come un ragazzo riservato, timido, “che non dava confidenza subito, ma ponderava le amicizie”. disse papà Michele al Tgmax, poche ore prima del ritrovamento del figlio, a 150 metri dallo studentato “Don Elio” dove alloggiava da ottobre scorso.
I familiari, attraverso i legali, hanno lanciato un appello ai cittadini di Perugia: “Chiunque abbia visto qualcosa di utile alle indagini, si faccia avanti e aiuti gli inquirenti a far emergere la verità”.
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