Minaccia di bruciare il figlio neonato, condannato a quattro anni

Picchia la moglie davanti alle figlie, condannato a due anni e mezzo di carcere

Minaccia di bruciare il figlio neonato, condannato a quattro anni

Il tribunale di Perugia ha condannato un uomo di 45 anni, di origine marocchina, a quattro anni di reclusione. L’accusa è di aver minacciato di morte la compagna, compreso il figlio appena nato. A scrivere questo è il Messaggero dell’Umbria in un articolo a firma di Enzo Beretta.

La sentenza è stata emessa dal collegio presieduto da Carla Giangamboni. Il pubblico ministero Gianpaolo Mocetti aveva richiesto una pena di tre anni e dieci mesi di reclusione. L’uomo, difeso dall’avvocato Gloria Volpi, è stato ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e violenza privata.

Secondo le carte della Procura, l’uomo ha manifestato ripetutamente violenza fisica e psicologica nei confronti della sua compagna a Città di Castello. Le percosse, gli strattonamenti e le minacce di morte erano frequenti. In un’occasione, l’uomo ha anche sputato in faccia alla sua compagna.

Durante un litigio, la donna è fuggita in strada per chiedere aiuto, ma è stata raggiunta dall’uomo, che l’ha percossa e presa per il collo. L’uomo le ha anche strappato una ciocca di capelli, causandole lesioni, lividi, cervicalgia e stato di agitazione. Questi comportamenti sono stati definiti dalla Procura come “intollerabili per la prosecuzione della convivenza familiare”.

L’uomo è anche accusato di resistenza a pubblico ufficiale per aver aggredito due carabinieri intervenuti per proteggere la donna. Uno dei carabinieri è stato colpito al torace e l’altro è stato preso per un braccio e fatto cadere a terra.

La magistratura, in passato, aveva imposto all’imputato il divieto di avvicinamento all’abitazione della compagna e ad altre aree limitrofe, con l’ordine di non accedervi senza la preventiva autorizzazione del giudice.

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