Lavori socialmente utili, lettera di scuse e risarcimento a Omphalos per dei commenti di odio sui social

Lavori socialmente utili, lettera di scuse e risarcimento a Omphalos per dei commenti di odio sui social

“Al rogo”, “ve ce vorrebbe il fascismo almeno lo provate”, “giù di manganello”, “figli di cani froci di merda”, “merce da termovalorizzare”, “radere al suolo per il bene dei normali”, “se comandavo io eravate tutte saponette”. Questi sono solo alcuni degli insulti e delle minacce ricevute nel 2019 da Omphalos a seguito di un post su Facebook che ricordava il Perugia Pride.

Dopo la denuncia dell’associazione e le indagini della Polizia Postale, il Pubblico Ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio per nove persone, quasi tutte residenti tra Perugia e Terni, contestando reati di minacce, istigazione alla violenza, diffamazione e apologia di fascismo. Tra i riti alternativi e trasferimenti in altro territorio di alcuni procedimenti, quattro delle nove persone rinviate a giudizio hanno quindi chiesto e ottenuto la messa alla prova, con preventivo accordo all’invio una lettera di scuse e al versamento un risarcimento ad Omphalos. Per altre i procedimenti penali continueranno.

Ora sono quattro le persone rinviate a giudizio, a seguito della denuncia di Omphalos per dei commenti di odio ricevuti sulle piattaforme social nel 2019, a cui il Tribunale di Perugia ha concesso oggi la messa alla prova, con lo svolgimento di un programma di attività obbligatorie di pubblica utilità, dopo un accordo con le parti civili: la firma di una lettera di scuse ed il versamento di un risarcimento all’Associazione OMPHALOS difesa dall’Avv. Elena Bistocchi.

«Quando abbiamo ricevuto quei messaggi non ci abbiamo pensato due volte – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI – non è pensabile che si possa utilizzare una simile violenza in modo così gratuito e pensare di farla franca. Insultare le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere non può essere più considerata solo ignoranza. Auspichiamo che la lettera di scuse e i lavori socialmente utili che queste persone saranno chiamate a fare, gli permettano di riflettere su quanto hanno commesso. Un ringraziamento particolare va all’Avv. Elena Bistocchi che ha seguito per l’associazione l’intero procedimento.»

L’associazione, con il proprio gruppo legale, è già al lavoro su altri commenti di odio, sempre ricevuti via social, in occasione del più recente Umbria Pride del 1 giugno 2024. Anche per questi verrà presentata a breve una nuova denuncia alla Polizia Postale di Perugia.

«Omphalos è intenzionata a proseguire, continuando a denunciare chiunque si permetta di utilizzare odio e diffamazione tramite social – conclude il presidente Bucaioni – se c’è ancora qualcuno che pensa di poter seminare odio e violenza contro le persone omosessuali e transessuali senza nessuna conseguenza farà bene a ricredersi. Chi semina odio raccoglierà denunce».

1 Commento

  1. poi magari i genderisti erano i primi a scaricare le peggio nefandezze contro i renitenti del sacro diserbante genico o verso chi osava mettere in discussione la vulgata pandefuffica. e non mi si dica che non è vero, perché in quel periodo le leggevo le nefandezze scritte dagli appartenenti, più o meno tutti, ad un certo mondo progressista.io credo che se facessero meno spettacoli para circensi la gente comune se ne strafregherebbe dei loro gusti sessuali. è che la cosa è diventata molto più che stucchevole e per certi versi grottesca e paradossale.

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