La Corte d’Appello conferma condanna di Galli nel “Caso Ceraso” 

Soddisfazione da parte di FNSI, Asu e Ordine dei Giornalisti per la sentenza esemplare

La Corte d'Appello conferma condanna di Galli nel "Caso Ceraso" 

La Corte d’Appello conferma condanna di Galli nel “Caso Ceraso”

La Corte d’Appello – La Corte d’Appello di Perugia ha confermato la condanna di Leodino Galli, ex consigliere della Spoleto Crediti e Servizi, nel cosiddetto “Caso Ceraso”. Galli era stato condannato per calunnia dopo aver tentato una querela bavaglio contro il giornalista Franco Ceraso, la cui denuncia era stata archiviata in primo grado. La Corte ha respinto il ricorso presentato dall’ex consigliere, confermando la pena di 1 anno e 4 mesi e stabilendo un risarcimento danni, con una provvisionale di 10 mila euro a favore di Ceraso. La somma definitiva verrà stabilita in sede civile.

Nel processo, si erano costituite parti civili la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), l’Associazione Stampa Umbra (Asu) e l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, che riceveranno un risarcimento di 5 mila euro ciascuno.

Le organizzazioni giornalistiche hanno espresso soddisfazione per la conferma della sentenza, sottolineando l’importanza di questa vittoria nella lotta contro le querele bavaglio. Alessandra Costante, segretaria della FNSI, insieme al presidente Vittorio Di Trapani, e i presidenti di Asu e dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Massimiliano Cinque e Mino Lorusso, hanno dichiarato che il verdetto rappresenta un segnale forte per la tutela del diritto di cronaca. Tuttavia, hanno ribadito l’urgenza di una legge che protegga i giornalisti dalle querele bavaglio, come richiesto anche dall’Europa.

Questa sentenza, secondo le associazioni, ha un valore storico, poiché arriva in un momento critico per la professione giornalistica in Italia, dove i tentativi di limitare il diritto all’informazione sono sempre più frequenti.

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