Irregolarità carcere Spoleto, la protesta del segretario del Sindacato, Donato Capece

Carcere Orvieto, Sappe: "Ennesima aggressione a poliziotto"
Carcere Orvieto, Sappe: "Ennesima aggressione a poliziotto"

“Trovo gravi e imbarazzanti le dichiarazioni del garante regionali dei detenuti dell’Umbria, Carlo Fiorio, sulla vivibilità del carcere di Spoleto. Nessuno si sarebbe mai accorto di nulla di quel che lui dichiara? Magistrati, parlamentari, avvocati, educatori, assistenti sociali, cappellani, poliziotti, dirigenti e funzionari dell’Amministrazione penitenziaria regionale e nazionale: tutti complici nella diffusa illegalità che lui, e solo lui, avrebbe constatato, ascoltando solo quel che i detenuti gli hanno riferito? Mi sembra quantomeno singolare…”.

Lo dichiara il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del segretario generale Donato Capece.

“Le illazioni e le accuse del Garante dei Detenuti fanno male a coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato come quello carcerario. Bene ha fatto il direttore del carcere, Luca Sardella, a riservare di adire per le vie legali rispetto alle accuse contro l’istituzione penitenziaria spoletina”.

Il primo Sindacato dei Baschi Azzurri torna a sottolineare che “da sempre l’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale  lavoro svolto quotidianamente dai Baschi Azzurri. La Polizia Penitenziaria, a Spoleto e negli oltre 200 penitenziari italiani, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti”.

1 Commento

  1. E CERTO CHE GLI ALTRI NON PARLANO ….. CE IL TERRORE PERCHè QUALSIASI COSA DICI POI SI RIVERSA CONTRO IL DETENUTO ..CAMBIANO LE REGOLE A SECONDO DI COME SI ALZANO LA MATTINA …. ORA PER ESEMPIO NON PUOI TENERE PIU DI TRE TUTE NON PIU DI UNO ASCIUGAMANO UN SOLO LENZUOLO SE TI SI SPORCA DEVI TENERTELO SPORCO, PER NON PARLARE DELLA DIREZIONE SANITARIA ,TI CHIAMANO QUANDO GLI PARE E SE STAI MALE SBUFFANO …..IO CREDO CHE LE PERSONE POSSANO ANCHE MORIRE LI DENTRO….. LA CHIAREZZAAAA LA TRASPARENZAAA MA QUALE CHIAREZZA E TRASPARENZA LI CE VERAMENTE LA DITTATURA… SPERO CHE IL GARANTE NON MOLLI E GLI FACCIA RISPETTARE LE REGOLE … PERCHE LE PERSONE CHE SONO LI STANNO PAGANDO E ANNO DIRITTO DI ESSERE RECUPERATI GRAZIE

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