Inchiesta sanità, oltre due ore di interrogatorio per Gianpiero Bocci

Inchiesta sanità, processo Bocci and company, rinviato a dopo elezioni

Inchiesta sanità, oltre due ore di interrogatorio per Gianpiero Bocci

Gianpiero Bocci è stato interrogato, così come lui aveva richiesto formalmente tramite i suoi avvocati David Brunelli e Alessandro Diddi. L’ex segretario del Pd regionale dell’Umbria e già sottosegretario al Ministro degli Interni, oggi si è presentato questa mattina al tribunale penale di via XIV settembre a Perugia. Accompagnato dai suoi legali è arrivato sorridente, poco dopo le ore 12, entrando dall’ingresso principale.  Al suo arrivo non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti presenti. Alla domanda sul cosa avrebbe detto ha risposto solamente: «Vediamo, vediamo».

Bocci è indagato nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati all’ospedale, ha deciso di rispondere alle domande del giudice. Bocci attualmente si trova agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta della sanità umbra. Oltre due ore è durato l’interrogatorio con il gip Valerio D’andria. E’ stato ascoltato a lungo dal giudice a cui ha chiesto di poter tornare in libertà.

L’ex segretario, in particolare, ha sostenuto la sua versione dei fatti escludendo ogni suo coinvolgimento sul passaggio di tracce dei concorsi, facendo una ricostruzione ben precisa. Nel giorno in cui – secondo l’accusa – avrebbe ricevuto le tracce, ha indicato dove si trovava in quel momento.

Secondo l’accusa il mio telefono di Bocci è stato segnalato con una telefonata fatta nella cella di via Mario Angeloni «questo dimostra – ha detto Bocci – che ero in quella pasticceria all’Etrusca insieme a Emilio Duca, in realtà io abito a Case Bruciate ed è esattamente la stessa cella, io ero a casa».

Nella seconda metà di maggio tra il 15-31, quando si sarebbero svolte le prove del concorso, Bocci aveva dei rapporti con Maurizio Valorosi «perché – ha detto il suo legale, l’avvocato David Brunelli – gli aveva chiesto il parere per un suo ritorno al lavoro in provincia con il quale voleva mettersi in aspettativa e doveva decidere se prendere quella gratuita o retribuita. Ha chiesto a Valorosi un approfondimento, poiché è un esperto in questo. Il 24 maggio lo ha incontrato per parlare di questo argomento e la famosa busta del 31 maggio conteneva un riassunto che Valorosi gli aveva fatto da consegnare alla Provincia. Bocci è rientrato (era in vacanza in Valnerina ndr) il 5 (giugno) pomeriggio che era un sabato. Il 7 mattina è andato nel suo ufficio di via della Pallotta, ha preso la busta e l’ha portata in provincia (la prova orale del concorso si era svolta il 4 giugno».

Bocci ha poi detto che si è sempre comportato bene. Il suo legato ha riferito che «non ha mai valicato il campo, non ha mai chiesto ed ottenuto informazioni su procedimenti penali e sulle intercettazioni non ne sapeva nulla».

I suoi legali prima di lui hanno preso parte all’udienza dinanzi al tribunale del Riesame in cui sono stati discussi due appelli della Procura e tre dei dirigenti dell’ospedale sospesi. I pm chiedono al Riesame il riconoscimento dell’associazione per delinquere e il ripristino degli arresti domiciliari per l’ex assessore, Luca Barberini, scarcerato su disposizione del gip D’Andria. Le decisioni giudice sono attese tutte per domani mattina.

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