Frode fiscale nel settore dell’alcol: scoperta evasione da 230mila €
Frode fiscale nel settore – L’Ufficio delle Dogane di Perugia ha scoperto una frode fiscale di grande portata nel settore del commercio di alcol. L’amministratore e socio unico di una società operante in questo settore è accusato di aver evaso circa 230 mila euro, di cui 60 mila euro ai fini dell’IVA.
Nonostante l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) avesse revocato la licenza alla movimentazione di alcolici in sospensione di imposta dopo una inchiesta di qualche anno fa, l’impresa ha continuato a operare come deposito fiscale. L’inchiesta aveva portato a indagare 11 soggetti, 5 dei quali raggiunti da misura cautelare in carcere, 2 ai domiciliari e 4 deferiti in stato di libertà.
Il titolare della ditta, un sessantenne, ha proseguito nell’acquisto di superalcolici, in particolare vodka, rifornendosi presso una società bulgara con le bevande provenienti da un deposito polacco. L’uomo simulava l’esportazione dell’alcol in Turchia, prima dall’Italia, poi dalla Polonia, facendone invece sparire le tracce per la vendita in completa evasione di accise e IVA.
Gli accertamenti tributari hanno appurato che la destinazione al porto di Trieste era funzionale per il trasferimento dell’alcol facendone perdere le tracce per la vendita “a nero”. La frode ha consentito di commercializzare sul mercato circa 50 mila litri di vodka per un controvalore di 170 mila euro ai fini accisa e 60 mila euro ai fini IVA. L’accertamento comporterà l’emissione di sanzioni pecuniarie da un minimo di 130 mila a 160 mila euro.
Le risultanze dell’indagine tributaria sono state già notificate all’amministratore della società e all’Agenzia delle Entrate per gli aspetti relativi al recupero dell’IVA. ADM, invece, quale organo accertatore in materia di accise, provvederà al recupero dell’imposta e all’irrogazione delle sanzioni.
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