Ex detenuto di Terni condannato a 14 anni per violenza e tortura
Un ex detenuto dell’Istituto Penitenziario di Terni, un trentanovenne originario di Roma, è stato condannato a 14 anni di reclusione, una pena più severa rispetto alla richiesta di 12 anni formulata dal pubblico ministero. Il tribunale di Terni ha emesso la sentenza per i reati di violenza sessuale e tortura.
I fatti risalgono a circa tre anni fa, all’interno delle mura del carcere di Sabbione. Tra gennaio 2021 e febbraio 2022, l’uomo avrebbe vessato un suo compagno di cella, un trentenne affetto da problemi psichici, che non aveva alcuna possibilità di sottrarsi.
Le vessazioni erano continue e messe in atto approfittando dei momenti in cui i due rimanevano soli. L’aggressore avrebbe puntato un rudimentale coltello al collo della vittima, esercitando violenza. In più occasioni, la vittima era costretta dal suo aguzzino a pulire il bagno, rendendo ancor più odiosa la richiesta, l’uso della candeggina versata sulle mani, ovviamente prive di guanti.
La vittima era privata anche del riposo – il compagno di cella gli avrebbe impedito di dormire – e del diritto di raggiungere l’infermeria o di accedere agli incontri con educatori e psicologi. Un vero e proprio inferno nel perimetro di una cella.
Le condotte del trentanovenne per il collegio giudicante configurano i reati di violenza sessuale e tortura. Nel frattempo, il condannato ha lasciato il carcere di Terni e si trova recluso in quello di Padova.
Questo caso, scrive Rai, mette in luce la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza e al benessere dei detenuti, in particolare di quelli con problemi psichici. La sentenza rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la violenza e la tortura nelle carceri italiane.
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