Donna aggredita e figlia minacciata mentre difendono animali
Donna aggredita – Un preoccupante episodio di violenza è accaduto domenica a Perugia, precisamente nella zona di Ponte Nese, dove una donna è stata costretta a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dopo un’aggressione subita mentre cercava di proteggere gli animali di un rifugio. Francesca Paxia, presidente dell’associazione “Sulle orme di Enea”, ha raccontato la drammatica esperienza che ha vissuto insieme a sua figlia, di soli sedici anni.
Durante la giornata, un gruppo di cani da cinghiale, appartenenti a una squadra di cacciatori del luogo, è sfuggito al controllo e ha invaso la proprietà privata di Paxia, seminando il panico tra gli animali che vivevano nel rifugio. “La nostra oasi è il risultato di anni di sacrifici e dedizione per garantire una vita serena a creature che hanno già subito troppo”, ha dichiarato la presidente, sottolineando la tensione che si è creata in quel momento critico.
Francesca ha descritto la scena: un centinaio di animali, tra cui gatti, conigli e pecore, sono stati presi dal terrore mentre i cani si scagliavano contro le recinzioni e inseguivano gli animali ospitati. In preda al panico, le pecore sbattevano contro le barriere e i gatti cercavano rifugio sugli alberi. Nonostante il caos, i cacciatori sono rimasti assenti per oltre mezz’ora, lasciando madre e figlia a fronteggiare la situazione da sole.
Consapevole del rischio che stava correndo, Francesca ha deciso di avvisare i cacciatori, salendo in auto per cercare di chiedere il loro intervento. “Volevo solo che venissero a riprendere i loro cani e fermare l’inferno che si stava scatenando”, ha spiegato. Tuttavia, la sua richiesta è stata accolta con violenza: è stata aggredita e picchiata, riportando un trauma cranico che le è costato sette giorni di prognosi.
Dramma, violenza e condizione insostenibile per animali e famiglie
Nel frattempo, la situazione per sua figlia è peggiorata. Due cacciatori sono andati a casa, dove la ragazza si trovava da sola, e l’hanno assalita verbalmente. “Le hanno rivolto frasi oscene e sessualmente esplicite, mentre lei implorava di andarsene”, ha raccontato Francesca, visibilmente scossa. La giovane, già traumatizzata dall’accaduto, ha visto un suo cane epilettico avere un attacco, mentre i cani da cinghiale continuavano a terrorizzare gli animali del rifugio.
Francesca ha cercato di tornare a casa, ma i cacciatori hanno ostacolato il suo passaggio, ridendo e deridendola mentre si trovava in una situazione disperata. “La loro mancanza di empatia è scioccante”, ha affermato. All’arrivo dei carabinieri, la madre e la figlia hanno potuto finalmente ricevere aiuto. Le condizioni fisiche e psicologiche di entrambe sono state documentate dalle autorità, con Francesca che ha mostrato evidenti segni di violenza e sua figlia in evidente stato di angoscia.
Questo episodio, secondo la presidente dell’associazione, mette in evidenza un problema più ampio: “Non si tratta solo di cacciatori o animalisti, ma di civiltà. La violenza e le intimidazioni non hanno posto nella nostra società. Come possiamo permettere che tali comportamenti avvengano senza conseguenze?”.
Francesca ha affermato che intende perseguire giustizia e sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto accaduto, sperando che la sua storia possa servire da monito per tutti. “È fondamentale che la popolazione prenda coscienza di ciò che è accaduto. È inaccettabile che una madre e sua figlia debbano affrontare simili atrocità in casa propria”, ha concluso.
L’incidente ha suscitato indignazione nella comunità locale, con molti che si sono espressi in solidarietà nei confronti di Francesca e della sua famiglia. Diverse associazioni animaliste hanno già annunciato di voler organizzare manifestazioni pacifiche per chiedere un maggior rispetto per gli animali e per chi si dedica alla loro protezione.
“Mentre ci battiamo per i diritti degli animali, non possiamo dimenticare i diritti delle persone”, ha dichiarato un attivista locale, sottolineando l’importanza di unire le forze contro la violenza e l’intimidazione. “Questo è un appello a tutti coloro che hanno a cuore il benessere degli animali e la sicurezza delle persone”.
Le autorità competenti sono ora chiamate a fare chiarezza su quanto accaduto e a garantire che simili episodi non si ripetano in futuro. La comunità attende risposte e giustizia, affinché i valori di rispetto e civiltà prevalgano su comportamenti violenti e inaccettabili.
L’accaduto ha anche sollevato interrogativi sul comportamento di alcuni cacciatori e sull’impatto delle loro azioni sulla fauna selvatica e sugli animali domestici. “È tempo di riflettere su quali siano le conseguenze delle nostre azioni e su come possiamo convivere in armonia con la natura e gli animali”, ha concluso Francesca, mentre la sua lotta per giustizia continua.
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