Disabile trovata morta a Cascia, l’indagine si allarga all’istituto di provenienza

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Disabile trovata morta a Cascia, l’indagine si allarga all’istituto di provenienza

L’indagine sul caso della disabile di 48 anni, morta giovedì a Onelli di Cascia e trovata con dei lividi sul corpo, si allarga. L’attività degli inquirenti si sta concentrando sull’istituto, con sede nella provincia di Rieti, da cui provenivano sia la disabile morta, Patrizia Canini, sia l’altra invalida che viveva nella stessa casa di Onelli ed è tuttora ricoverata all’ospedale di Terni a causa di una serie di lividi trovati anche sul suo corpo.

C’è da capire come le due donne siano arrivate a Onelli in un’abitazione non di loro proprietà. Originarie dalla provincia di Roma non sono legate da rapporti di parentela né avrebbero familiari, ma avrebbero avuto lo stesso tutore legale. Si tratterebbe di un assistente sociale su cui sono in corso una serie di accertamenti. Indagini anche sul proprietario della casa di Onelli.

La badante 68enne, indagata per maltrattamenti e difesa dall’avvocato reatino Gioacchino Belloni, ha detto: «Non ho mai maltrattato nessuno: vivevamo insieme a Onelli di Cascia e andavamo d’accordo». La donna si è infatti recata a Perugia, dove è stato formalizzato il conferimento dell’incarico ai medici legali Luca Tomassini e Sara Riccioni, che ieri pomeriggio hanno iniziato le operazioni peritali sul corpo di Patrizia Canini. All’autopsia ha partecipato, come consulente tecnico della difesa, il dottor Gaetano Falcocchio, medico legale di Rieti.

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