Crollo della Gru a Piazza Dalmazia quattro condanne e un’assoluzione

Crollo della Gru a Piazza Dalmazia quattro condanne e un'assoluzione

Crollo della Gru a Piazza Dalmazia quattro condanne e un’assoluzione

La Corte d’Appello di Perugia ha riscritto la storia giudiziaria del crollo della gru a Piazza Dalmazia, avvenuto il 30 luglio 2014. La sentenza di primo grado, emessa dal tribunale di Terni nel febbraio 2021, è stata sostanzialmente ribaltata con quattro condanne e un’assoluzione. L’incidente, che causò danni a diversi edifici e, secondo l’accusa, portò alla morte del 99enne Pierino Maraga, ha visto condannati a otto mesi di reclusione per crollo colposo G.F. (titolare dell’impresa esecutrice), A.P. (coordinatore dei lavori), P.V. (tecnico montatore della gru) e D.R. (capo cantiere). Tutti sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di Maraga. L’amministratore della società proprietaria della gru, Emiliano Biancifiori, ha visto confermata l’assoluzione.

Il giudizio di primo grado aveva portato a una sola condanna, un anno di reclusione per Daniele Rinaldi, mentre gli altri imputati erano stati assolti. La Corte d’Appello, chiamata a riesaminare il caso in seguito alle impugnazioni della procura generale e della difesa dell’unico condannato, ha evidenziato, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘Il Messaggero‘ di Nicoletta Gigli, le insufficienze strutturali della piattaforma di cemento su cui era posizionata la gru, un dettaglio che alcuni periti avevano già sottolineato durante l’indagine.

**Il verdetto, con quattro condanne e un’assoluzione, sottolinea l’importanza di un’approfondita analisi delle circostanze che hanno portato al tragico evento del 2014. La Corte d’Appello ha gettato nuova luce sui dettagli tecnici e ha affrontato la questione delle responsabilità in modo più incisivo rispetto al verdetto di primo grado. La comunità ora attende con interesse le motivazioni complete della sentenza, che dovrebbero chiarire definitivamente le ragioni di questa rivoluzione giudiziaria.*

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*