Concorsopoli, le dichiarazioni di Marini: “Con Valentini ci fu uno scontro feroce”

Concorsopoli, le dichiarazioni di Marini: “Con Valentini ci fu uno scontro feroce”

La ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, coinvolta oggi nella cosiddetta Sanitopoli umbra, ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante l’udienza di ieri. Lo ha fatto il giorno dopo la testimonianza di Valentino Valentini al processo Sanitopoli per rendere alcune dichiarazioni spontanee. E’ riportato oggi nei principali quotidiani umbri della carta stampata ed online.

Marini non solo lo smentisce le parole del suo ex consigliere politico, ma racconta di uno «scontro feroce» con il suo ex consigliere politico. Valentini, lunedì mattina alla Corte, alla domanda dell’avvocato Nicola Pepe – difensore dell’ex governatrice – aveva minimizzato le divergenze avute con la presidente in quel periodo.

Valentini è il primo che, davanti ai pm, Mario Formisano e Paolo Abbritti, avrebbe confessato la consegna della busta ipotizzando potesse trattarsi di argomenti d’esame da far pervenire a una candidata da aiutare. Valentini non è mai stato indagato.

Per la difesa di Marini, Valentini doveva essere iscritto subito il 12 aprile. “Perché c’è questo scontro feroce con Valentini? Perché Valentini – spiega Marini – decide autonomamente, senza informare il presidente della Regione, senza informare nessuno al gabinetto, che parallelamente all’attività conferitagli dalla Presidente lui avrebbe svolto anche una funzione di primissimo piano, intanto per me anomala, perché quel candidato (Nicola Zingaretti, ndr), che era un collega, era il presidente di un’altra Regione. E già questo, insomma, non è che era bellissimo…”.

“In più si candidava ad un ruolo politico e quindi io lo redarguisco pesantemente. C’è uno scontro molto aspro nel mio ufficio, ci saranno i testimoni, redarguisco Valentini perché lui dall’inizio del 2019 decide di svolgere una funzione diversa ed altra, e quindi io gli dico, devi scegliere, o continui a fare il lavoro nel gabinetto oppure ti candidi, per me anche all’Onu, non solo dal punto di vista politico”.

“Io – spiega Marini – a torto o a ragione lo decidono i cittadini, pretendevo che le persone che lavoravano nel mio staff non avessero ruoli attivi nel Pd o altro, non perché coartavo la libera attività politica ma perché la funzione di segreteria della presidenza era anche di raccordo con i gruppi consiliari anche di opposizione. Da li scaturiscono le dimissioni. Quindi questo è un elemento che apre delle frizioni, io non volevo ingerenze invece ingerenze poi si sono sviluppate, guarda caso, proprio nel momento in cui emerge l’indagine, ma per questo – annuncia Marini – ci saranno altri momenti in cui lo potremo chiarire con la mia difesa e i miei testimoni”.

Marini, nel corso delle sue dichiarazioni spontanee, ha pure rivendicato di non essersi mai resa responsabile di ingerenze nei confronti dell’ex dg dell’ospedale di Perugia. Marini ha inoltre chiarito che la nomina avvenne su “sollecitazione dell’allora Rettore. Io nemmeno volevo spostarlo dalla direzione regionale salute”.

Marini spiega la telefonata del 13 aprile 2018 con i direttori delle aziende sanitarie. C’era necessità di nominare il nuovo amministratore unico di Umbria Sanità, dopo la scomparsa improvvisa del precedente. “Come presidente della Regione la rifarei quella telefonata, perché sollecitavo il funzionamento della principale società responsabile del funzionamento della sanità pubblica” ha aggiunto ancora. Marini, secondo le sue dichiarazioni,  avrebbe solo sollecitato, riferendo sollecitazioni di altro.

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