Chiusa inchiesta concorsi sanità Umbria, accusa è associazione per delinquere

Chiusa inchiesta procura di Perugia sui concorsi sanità Umbria

Chiusa inchiesta concorsi sanità Umbria, accusa è associazione per delinquere

Chiusa l’inchiesta della procura di Perugia sui presunti concorsi pilotati da esponenti locali del Pd all’ospedale di Perugia. L’avviso di conclusione indagini è stato infatti inviato, tra gli altri, all’ex presidente della Regione Catiuscia Marini, all’ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini e all’ex sottosegretario e segretario umbro del Partito democratico Gianpiero Bocci. Tra i reati loro contestati figura l’associazione per delinquere.

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L’avviso riguarda complessivamente 45 persone. Marini, Barberini e Bocci sono accusati di avere creato “una vera e propria rete di sistema attraverso cui condizionavano gran parte dei concorsi pubblici gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre” e “impartivano le direttive attraverso i vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da loro stessi”.

E – sempre secondo i pm Mario Formisano e Paolo Abbritti  – “operavano con continuità allo scopo di eseguire le direttive impartite dalla classe politica” l’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca, quello amministrativo Maurizio Valorosi e l’ex direttore sanitario Diamante Pacchiarini.

“Si associavano tra loro al fine di commettere una serie di delitti”

Secondo l’accusa «si associavano tra loro al fine di commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, nella specie abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), rivelazione di segreti di ufficio (art. 326 c.p.), peculato (art. 314 c.p.), falso ideologico e materiale (artt. 476 e 479 c.p.), finalizzati alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici banditi dall°Azienda Ospedaliera di Perugia e/O dall’USL UMBRIA 1, per garantire la vittoria o il posizionamento “utile” in graduatoria dei candidati, preventivamente determinati dagli stessi associati».

Una rete di sistema

Secondo i magistrati Formisano e Abbritti, Marini, Barberini e Bocci avrebbero creato una rete di sistema con la quale condizionavano, sempre secondo l’accusa, la gran parte dei concorsi pubblici che venivano gestiti dalle diverse aziende sanitarie umbre. Sotto la lente di ingrandimento dei procuratori il concorso di infermieri alla Usl 1, dove sarebbero stati favoriti in 174, ma anche il concorso per due posti da geriatra in ospedale, e ancora il  posto da primario di rianimazione, e i concorsi per le cosiddette “categorie protette”.

Chi eseguiva gli ordini

Secondo gli investigatori, Duca, Valorosi eseguivano «…le direttive impartite dalla classe politica», dopo essersi interfacciati con con i referenti politici e dopo aver acquisito i nominativi dei candidati li avrebbero indicati a loro volta ai componenti delle commissioni esaminatrici «in modo da consentirne la vittoria o la collocazione utile in graduatoria nell”ambito dei concorsi pubblici». In particolare, quindi, Duca e Valorosi – emerge dall”avviso di conclusione indagini – si “interfacciavano con i loro referenti politici acquisendo i nominativi dei candidati segnalati e indicandoli ai componenti delle commissioni“.

GLI AVVOCATI -
David Brunelli, Maria Mezzasoma, Manlio Morcella, Roberto Spoldi, Franco Libori, Nicodemo Gentile, Antonio Cozza, Manuela Prudani, Lorenzo Filippetti, Edoardo Maglio, Roberto Bianchi, Marco Brusco, Nicola Pepe, Vincenzo Bochicchio, Valeria Passeri, Francesco Crisi, Paolo Rossi, Flavio Grassini, Francesco Maria Falcinelli, Chiara Peparello, Luca Gentili, Claudio Lombardi, Alessandro Diddi, Massimiliano Sirchi, Nicola Di Mario, Delfo Berretti, Riccardo Leonardi, Barbara Mischianti, David Zaganelli, Emilio Bagianti, Fernando Mucci, Chiara Casaglia, Diego Ruggeri, Marco Brambatti, Fulvio Carlo Maiorca, Barbara Di Nicola, Giuseppe Montone, Ilario Taddei, Giuseppe Valentino, Maria Bruna Pesci, Giovanni Spina, Vincenzo Perrone, Pasquale Perticaro.

Venti giorni per presentare memorie difensive

Tutte le persone indagate, ora, avranno venti giorni di tempo per presentare le memorie e far svolgere indagini in loro difesa, tutto ciò che va fatto, in sostanza, per produrre materiale a propria discolpa. Appena tutto sarà finito la procura della Repubblica di Perugia procederà con gli atti relativi al rinvio a giudizio.

45 sono gli indagati
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a Catiuscia Marini, Gianpiero Bocci, Luca Barberini, Emilio Duca, Maurizio Valorosi, Diamante Pacchiarini, Roberto Ambrogio, Serena Zenzeri, Lorenzina Bolli, Riccardo Brugnetta, Eleonora Capini, Amato Carloni, Gabriella Carnio, Moreno Conti, Pasquale Coreno, Marco Cotone, Potito D’Errico, Maurizio Dottorini, Giuseppina Fontana, Rosa Maria Franconi, Fabio Gori, Paolo Leonardi, Patrizia Mecocci, Walter Orlandi, Vito Aldo Peduto, Mario Pierotti, Domenico Francesco Oreste Riocci, Alessandro Sdoga, Antonio Tamagnini, Simonetta Tesoro, Milena Tomassini, Domenico Barzotti, Brando Fanelli, Elisabetta Ceccarelli, Tiziana Ceccucci, Patrizia Borghesi, Mauro Faleburle, Massimo Lenti, Antonio Tullio, Giampietro Ricci, Andrea Casciari, Fabio Madonnini, Andrea Sborzacchi, Alvaro Mirabassi.

I fatti dagli inizi del 208 al 13 aprile del 2019

Fatti avvenuti a Perugia dagli inizi del 2018 al 13 aprile dell” anno scorso quando l” indagine emerse portando alle dimissioni dell” allora presidente Marini e della sua Giunta. Con le elezioni anticipate, come riporta l’Agenzia di stampa associata dell’Umbria.

L’associazione per delinquere fu contestata inizialmente dai pm a Duca, Valorosi e altri ma il gip non la riconobbe nella misura cautelare. Di diverso avviso fu poi però il tribunale del riesame che ritenne invece sussistente il reato.

Virus Trojan

Ora l” addebito (fondato sulle intercettazioni operate anche tramite il virus Trojan) e è contenuto nell” avviso di conclusione indagini sia per i politici sia per gli allora vertici dell” ospedale (oltre a quattro funzionari e dirigenti dell” Azienda).

Nell” atto vengono indicati una quarantina di capi d” accusa per presunte irregolarità compiute nei concorsi per infermieri, dirigenti medici, assistenti amministrativi e contabili. “A nostro avviso non ci sono gli elementi costitutivi di questo reato“, ha detto il difensore di Duca, l’avvocato Francesco Falcinelli.

 

1 Commento

  1. combattere la corruzione ,,,deve andare avanti chi merita e non gli amici degli amici……….pene certe per corrotti e corruttori senza se e senza ma

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