Bambina di 2 mesi intrappolata dentro ascensore con la famiglia, liberata dopo 30 minuti

Bambina di 2 mesi intrappolata dentro ascensore con la famiglia, liberata dopo 30 minuti

Bambina di 2 mesi intrappolata dentro ascensore con la famiglia, liberata dopo 30 minuti

di Morena Zingales e Tommaso Benedetti
I suoi occhi spalancati e pieni di paura, i pugni e le labbra strette, i piedi rannicchiati e le lacrime intrappolate nei suoi splendidi occhietti. Se avesse potuto parlare avrebbe detto: “Perché non viene nessuno a liberarci da questo posto brutto e lugubre”.

Mentre la città di Perugia da una parte si preparava al grande concertone di Lenny Kravitz, dall’altra parte una famiglia composta da madre, padre e bambina di 2 mesi è rimasta bloccata dentro l’ascensore inclinato del Minimetrò Pincetto, quello di vetro. I tre avevano preso l’ascensore dal centro storico, ma appena arrivati al piano terra, le porte non si sono aperte.

Non c’è stato verso a farli  uscire da lì nell’immediato, i soccorsi sono arrivati con estremo ritardo e chi avrebbe dovuto farlo non ha provato in alcun modo a forzare la porta e liberare tre persone bloccate che disperatamente chiedevano aiuto.

Il tutto è accaduto nel tardo pomeriggio di sabato 13 luglio: dalle ore 18,55 alle ore 19,26. Potete ben immaginare lo shock che hanno provato restando chiusi là dentro in una giornata d’estate caldissima, dove il termometro ha segnato gli oltre 35 gradi. E’ già pericoloso restare chiusi in inverno, figuriamoci nel mese di luglio.

Si è rischiato grosso! Non è successa la tragedia solo perché il buon Dio non l’ha voluta.

La famiglia si è autonomamente liberata dopo trenta minuti. Nonostante ripetute chiamate tramite il pulsante all’interno dell’ascensore e al numero di emergenza, l’aiuto non è arrivato come si dovrebbe fare in questi casi.

“Quando le porte non si sono aperte, abbiamo suonato il pulsante dell’assistenza – dice la mamma della bambina – la prima volta hanno risposto dicendo ‘tra due tre minuti dovrebbe arrivare qualcuno ad aprirvi’. Il problema – continua la donna – è che siamo rimasti dentro l’ascensore per oltre 25 minuti. Abbiamo richiamato una seconda volta ma mentre parlavo mi hanno riattaccato liquidandomi come per dire ‘sì, sì stanno arrivando’. Fortuna che avevo un ventilatore portatile: l’ho utilizzato per sventolare mia figlia che nel frattempo era diventata paonazza. La terza volta suono insistentemente: da lì in poi non hanno più risposto alle chiamate con il pulsante dell’ascensore. Volevamo chiamare i vigili del fuoco, ma il telefono non prendeva in quel buco, dove non si respirava più”.

Alla fine, il padre della bambina è stato costretto a forzare le porte dell’ascensore per poter uscire. La fortuna ha voluto che l’ascensore fosse fermo a piano terra e quindi è stato facile uscire una volta aperte le porte.

La signora continua il racconto: “Dopo 25 minuti mancava il fiato a tutti quanti. Mio marito ha cominciato a forzare la porta, sentivamo delle persone che dall’esterno pigiavano dei bottoni, ma questo ascensore non si muoveva. Appena ha aperto la prima porta di vetro, si è fatto aiutare ad aprire la seconda porta. Quando siamo usciti non ci hanno chiesto scusa. Alla richiesta di spiegazioni da parte di mio marito ci hanno liquidato prendendoci in giro. Abbiamo chiesto chi fosse il responsabile perché volevamo parlarci. Hanno risposto di suonare un pulsante in biglietteria del Minimetrò. Mio marito è andato e lì ha scoperto che il responsabile in quel momento era la stessa persona con cui avevamo parlato prima dentro l’ascensore, che poi si è chiusa all’interno del suo ufficio e non ha più aperto o voluto parlare con noi. Poco dopo è arrivata un’altra persona del Minimetrò che ha chiesto scusa, ma ha detto che non c’entrava nulla”.

Dopo l’incidente, l’azienda ha posto dei cartelli di manutenzione sull’ascensore. “Mia figlia – conclude la donna – ha iniziato a piangere e siamo tornati a casa. Per me è stato un episodio molto grave. L’ascensore che si blocca può starci, ma il fatto che veniamo trattati in quella maniera lasciati a noi stessi con una bambina di 2 mesi è inconcepibile”.

La famiglia ha espresso la sua preoccupazione e frustrazione per l’incidente. Non è escluso che possa sporgere una denuncia poiché un fatto del genere non deve più accadere, a nessuno.

Apprendiamo poco dopo che alla stessa ora anche il Minimetro ha subito un blocco. Noi abbiamo contattato la Minimetrò SpA, ma essendo domenica non siamo riusciti a parlare con nessuno dell’amministrazione. Un disco automatico comunicava che gli uffici erano chiusi e che per le emergenze c’era un numero di cellulare da chiamare.

Il cartello di ascensore fuori servizio messo dall’azienda dopo il fatto
Il cartello di ascensore fuori servizio messo dall’azienda dopo il fatto

4 Commenti

  1. Articolo scritto coi piedi, pieno di inesattezze e lesivo per le parti interessate….secondo me vi conviene cancellarlo se non volete beccare una denuncia !

  2. Le garantisco, signor Fabri, che neanche l’azienda di cui è dipendente gradirebbe questa sua “uscita” poco felice. E le aggiungo anche che abbiamo interessato i nostri legali e il passo successivo saranno le Forze dell’Ordine deputate.
    Cordialità
    il direttore

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*