Aggressione omofoba a Perugia, grave un giovane: denunciato l’aggressore
Aggressione omofoba – Sabato 23 novembre, una violenta aggressione ha scosso il centro di Perugia: due giovani sono stati attaccati da un gruppo di ragazzi fuori dal McDonald’s di via Trasimeno Ovest. Matteo (nome di fantasia) è stato colpito con un coltello da uno degli aggressori, mentre cercava di difendere il suo amico Lucy, influencer e personaggio drag, vittima di insulti omofobi. Le ferite a Matteo sono state gravi, con tagli al torace che hanno sfiorato il cuore. Attualmente, è ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni. L’aggressione ha suscitato l’indignazione dell’intera comunità e le autorità stanno indagando per identificare gli aggressori.
La ricostruzione dei fatti
La sera dell’aggressione, erano circa le 20.30 quando Lucy e il suo compagno Matteo sono entrati nel fast food con la fidanzata di quest’ultimo. Mentre i tre si dirigevano verso le casse, il gruppo di ragazzi, tra cui un giovane magrebino, ha iniziato a lanciare insulti omofobi contro Lucy. «Mi hanno chiamato “il fr..io”, ma ormai queste parole non mi fanno più effetto», racconta Lucy. Tuttavia, Matteo, che non ha tollerato l’offesa, ha reagito verbalmente e si è trovato improvvisamente faccia a faccia con l’aggressore, che ha estratto un coltello e lo ha ferito al viso. Poi, mentre cercava di fuggire, l’aggressore lo ha colpito di nuovo, infliggendo ferite a Matteo che hanno attraversato il torace, pericolosamente vicine al cuore.
L’immediato soccorso
Nonostante il sangue che copriva il viso e il torace di Matteo, le persone presenti si sono mostrate indifferenti, limitandosi a filmare l’incidente. Le uniche che sono intervenute immediatamente sono state le dipendenti del McDonald’s, che hanno messo in pratica le competenze acquisite durante il corso di primo soccorso, fermando l’emorragia fino all’arrivo dei soccorsi. Dopo circa 20 minuti, l’ambulanza ha trasportato Matteo in ospedale. La fidanzata di Matteo, ancora sotto shock, non ha potuto fare nulla mentre Lucy cercava di calmare l’amico.
Le parole dei protagonisti
«Difenderei ancora Lucy, per lui darei la mia vita», ha dichiarato Matteo, ribadendo la sua volontà di proteggere l’amico, nonostante le gravissime ferite. «Mi avete chiamato “l’amico gay”, ma io non sono questo. Sono un ragazzo, come tanti altri, che è sempre stato preso in giro per il mio aspetto e le mie preferenze. Questo non giustifica la violenza, ma non mi piego. Voglio che altri giovani, come me, non abbiano paura di mostrarsi per quello che sono», ha aggiunto Lucy, visibilmente provato dall’accaduto. La paura, però, è tangibile: «Ora temo anche solo di uscire di casa», ha ammesso Lucy, che si sente intimidito da quanto accaduto, e ancora più vulnerabile nel suo ruolo di personaggio pubblico.
Solidarietà istituzionale
L’aggressione, racconta Egle Priolo sul Messaggero di oggi, ha suscitato indignazione anche tra i politici locali. Il consigliere comunale Lorenzo Ermenegildi Zurlo, con delega al contrasto alle discriminazioni, ha espresso «solidarietà alle vittime e ferma condanna per questo episodio di odio». Inoltre, ha sottolineato l’urgenza di riprendere le iniziative contro la discriminazione, già in parte introdotte dalla Regione Umbria nel 2017, per fermare l’escalation di episodi di violenza contro le persone LGBTQIA+. «Non possiamo permettere che episodi simili rimangano impuniti. Il Comune di Perugia non si tirerà indietro», ha concluso Zurlo.
Gli sviluppi dell’inchiesta
Le forze dell’ordine hanno aperto un’indagine per identificare gli aggressori, con particolare attenzione al giovane magrebino che ha sferrato il colpo fatale. L’inchiesta, condotta in modo riservato, si spera possa portare rapidamente all’arresto dell’autore dell’attacco. Gli altri membri del gruppo, che hanno assistito alla scena senza intervenire, sono ancora sotto indagine. La comunità locale è ancora scossa, ma determinata a non lasciare che la paura prenda il sopravvento.
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