Captain Fantastic in programmazione al Frontone Cinema all’aperto di Perugia
Sotto i colori sgargianti della commedia indie, Matt Ross problematizza con intelligenza il tema dell’educazione degli adulti di domani
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente: cacciano per procurarsi il cibo, studiano le scienze e le lingue straniere, si confrontano in democratici dibattiti sui capolavori della letteratura e sulle conquiste della Storia. Suonano, cantano, festeggiano il compleanno di Noam Chomsky e rifiutano il Natale e la società dei consumi. La morte della madre, da tempo malata, li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà emergere dissidi e sofferenze e obbligherà Ben e mettere in discussione la sua idea educativa.
L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare. Ad un primo livello, infatti, il film s’inserisce nella tradizione del cinema indie che tratta della fatica della socializzazione per chi è o si sente diverso, specie in quell’età giovanile in cui socializzare è un diktat, la tradizione del coming of age e della famiglia imperfetta: tutto questo c’è, compreso il viaggio in pulmino (in questo caso una vera e propria casa-bus), ma è la parte meno interessante del film, narrativamente sovrabbondante.
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