Intercettazioni, Cantone: durata non incida su reati gravi

Intercettazioni, Cantone: durata non incida su reati gravi

Intercettazioni, Cantone: durata non incida su reati gravi

Intercettazioni – Il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, ha espresso preoccupazione sul possibile impatto delle nuove normative riguardanti la durata delle intercettazioni, sottolineando che non dovrebbero interferire con la gestione di reati particolarmente gravi, come quelli del codice rosso. Durante un’audizione informale alla Commissione Giustizia della Camera, in merito alla proposta di legge approvata dal Senato sulle modifiche in materia di intercettazioni, Cantone ha evidenziato l’importanza di monitorare adeguatamente i soggetti coinvolti in crimini di grande delicatezza.

Il procuratore ha esposto come, in alcuni casi, la necessità di prolungare le indagini possa risultare cruciale per raccogliere prove contro i responsabili di reati violenti o di natura sessuale, che rientrano nel codice rosso. “L’esigenza di dover monitorare i soggetti che commettono questo tipo di reati è evidente”, ha spiegato Cantone, aggiungendo che la possibilità di allungare le intercettazioni è fondamentale per ottenere elementi decisivi per il buon esito dei procedimenti.

Cantone ha anche sottolineato che la proposta di legge in discussione rischia di creare un contrasto tra la durata delle intercettazioni e la necessità di garantire indagini efficaci su crimini gravi. “Le modifiche in corso non devono in alcun modo limitare la possibilità di fare chiarezza su reati che hanno un impatto devastante sulle vittime e sulle loro famiglie”, ha aggiunto, riferendosi a violenze e abusi che, spesso, necessitano di un monitoraggio prolungato per prevenire ulteriori danni.

Durante l’audizione, il procuratore ha anche discusso l’equilibrio tra la tutela della privacy e l’efficacia dell’azione penale. “Il monitoraggio continuo è necessario quando si tratta di reati che potrebbero portare a danni irreversibili se non adeguatamente intercettati”, ha dichiarato. Cantone ha quindi lanciato un appello affinché le modifiche legislative non riducano la capacità di contrastare tali fenomeni, ma anzi garantiscano che le intercettazioni possano durare a sufficienza per raccogliere prove decisive.

In questo contesto, Cantone ha chiesto che il limite di durata delle intercettazioni venga regolato in modo da tutelare l’efficacia delle indagini, senza compromettere la rapidità del processo. Ha sottolineato che la legge dovrebbe tenere conto delle specificità di alcuni reati, come quelli del codice rosso, che richiedono un approccio diverso rispetto ad altri crimini.

Il procuratore ha poi ricordato che la durata delle intercettazioni è già oggetto di un attento bilanciamento tra le necessità investigative e il diritto alla privacy, e che qualsiasi modifica dovrebbe tenere in considerazione l’impatto sulle indagini in corso. Ha concluso esprimendo la speranza che, in fase di approvazione finale della legge, si possano trovare soluzioni che non pregiudichino l’efficacia delle indagini sui reati più gravi.

Le osservazioni di Cantone si inseriscono nel dibattito in corso sulla proposta di legge che mira a rivedere la disciplina delle intercettazioni, con l’obiettivo di rendere più efficiente il sistema giuridico, senza compromettere la capacità di indagare su crimini particolarmente gravi. La proposta, che ha già ricevuto il via libera dal Senato, dovrà ora essere esaminata dalla Camera, dove le discussioni continueranno nelle prossime settimane.

In conclusione, Raffaele Cantone ha ribadito l’importanza di adattare la legge alle esigenze pratiche della giustizia, assicurando che la durata delle intercettazioni non venga limitata in maniera da ostacolare l’efficacia delle indagini in casi di particolare gravità.

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